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Norme anti razzismo Ceferin: «Bene così» Il Var in Champions

Roma La tregua (armata) con la Fifa («lavoriamo insieme ma si rispetti il nostro punto di vista»); il cammino comune e senza strappi con l'Eca, l'associazione dei club europei («fino a quando io e Andrea Agnelli saremo a capo delle rispettive organizzazioni non ci sarà nessuna Superlega, sarebbe noioso vedere Juve-Psg ogni settimana...»); il plauso alle misure della Federcalcio sul razzismo («ha preso le decisioni giuste, ha il nostro sostegno incondizionato, non ascolti le critiche gratuite di alcuni...») con riferimento implicito al ministro Salvini. A Roma Aleksander Ceferin è stato riconfermato fino al 2023 presidente di un'Uefa sempre più unita - era l'unico candidato - e ha lanciato messaggi ben precisi. Dopo il debutto del Var in Champions (da martedì negli ottavi), Euro 2020, Nations League e lotta al razzismo saranno le sfide per il futuro.

Su quest'ultima l'avvocato sloveno ha bacchettato i governi europei, primo fra tutti quello italiano: «Molti politici fanno cose che non aiutano questa lotta, se lasciate sole le istituzioni sportive non vanno da nessuna parte. Il nostro Europeo 2020 ospitato in dodici paesi porta avanti il messaggio di un'Europa aperta, tollerante e unita». E sugli episodi dei cori razzisti Ceferin ha espresso la sua personale opinione: «In caso di cori deve essere l'arbitro a interrompere la gara».

«Michelangelo sarà il nostro primo testimonial, la sua affermazione si dipinge con il pensiero e non con le mani è un insegnamento per tutti noi, chiamati a tracciare le linee strategiche del calcio che verrà», così il presidente Figc Gravina. Che ieri ha guidato la visita privata ai Musei Vaticani del comitato esecutivo (entra come membro dell'Eca il presidente del Psg Al-Khelaifi, primo non europeo) e dei delegati Uefa.

MDD

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