Sport

Il nuovo Napoli paradiso gioca rock col Diavolo e prenota già lo scudetto

Prof Benitez ha rimodellato la squadra. Stavolta giusto sognare. È stata la sera di Pep Reina che ha fermato il rigore dell'Infallibile

Il nuovo Napoli paradiso gioca rock col Diavolo e prenota già lo scudetto

Milano - Il nuovo Napoli Paradiso ti accompagna come la musica carezzevole di quella canzone che dice: ho imparato a sognare quando ero bambino. Ti fa sognare un calcio che ci stiamo dimenticando. Magari sono attimi, anche ieri sera dieci minuti eppoi ce n'è voluta. Ma che dire del Pipita Higuain che non manca l'appuntamento con il gol e di Pep Reina, anni 31 e una carriera onorata e onorevole, che acchiappa il rigore di Balotelli sconfiggendo la leggenda dell'imbattibile Supermario? La sera di Pep e del Pip. Il bello del calcio che ti coinvolge è fatto di piccole imprese o di grandi conferme. Il Pipita che condanna il Milan al suo martirio e il portiere disprezzato dal Liverpool che viene a Napoli per trovare un posto da titolare e la possibilità di giocarsi un posto ai mondiali. Quel rigore parato a Balotelli varrà più di cento dubbi e qualche rimorso del Liverpool.
Il Napoli non ci ha negato nulla di tutto questo. E il Milan si è accomodato e accodato. Il Milan si è difeso con il suo blasone, con l'orgoglio e i tiri di Balotelli. Il Napoli ci ha raccontato che il suo calcio è come un rock. Forse. Per ora il suo è calcio che inebria a sprazzi, musica trascinante se anche il Milan ha provato a tenere il ritmo, se Balotelli si è scatenato per dieci minuti per ribattere a modo suo e se nessuno ha fatto caso al ghiribizzo del pallone finito in rete per la zuccata di Britos, uno dei più zucconi (calcisticamente parlando) della compagnia. Così è il calcio. Cerchi Higuain e Britos si infila nella difesa rossonera come fosse un centravanti. Tutti a spiare una ragione per dire il Pipita è meglio di Supermario o, visto con l'occhio milanista, Balotelli se ne fa un baffo dell'Higuain. Eppoi il calcio dei tempi miseri ci riporta sulla terra con il gollaccio dello stopperone che tremar ti fa: anche quando sta nell'area sua.
Il nuovo Napoli paradiso ci ha fatto riscoprire la leggerezza dell'essere felice nel giocare una partita con voce di gruppo e corpo di squadra. Ci sono anni, il pallone insegna, nei quali bisogna saper cogliere i segnali. E allora cosa dovrà pensare questo Napoli amalgamato e rimodellato dal professore di calcio che la Milano nerazzurra ha sdegnosamente ripudiato qualche anno fa? Che forse è l'anno buono, quello nel quale il raccolto è oro. Tutti lo aspettavano a San Siro con quel pensiero pensosamente ancien regime: vediamo se alla Scala del calcio... Dimenticando di richiamare una orchestra milanese degna.
Il Napoli ha suonato la sua musica che non è stornellata e nemmeno sinfonia. È una musica estiva che ti coinvolge, vedi il piacere di provarci dei giocatori, vedi Insigne che sbaglia tanto ma non si disorienta mai, c'è Hamsik che fa il capitano e tien botta anche se non fa faville. C'è Higuain che sfavilla nei suoi movimenti, ti fa sentire il peso della presenza e della qualità tecnica. Ti spiega perché vince la partita personale con Balotelli mettendosi al servizio della squadra, rifinendo palloni, giocando con il guizzo del serpente e la vivacità del leprotto. Segna nel momento che conta portando a tre il bottino di campionato, a quattro (compreso quella con il Borussia) il conto delle reti pesanti. In giugno con Zapata, in una partita fra nazionali, finì in una litigata ed una espulsione per entrambi. Stavolta il colombiano è rimasto in ginocchio, l'altro è andato in volo. Non c'è paragone con Balotelli perché i numeri e i gol dicono che l'argentino è più forte, più goleador, più completo. Oggi Supermario ha 23 anni e si porta dietro numeri importanti, ma Higuain alla sua età giocava nel Real, vinceva e nella stagione dei suoi 23 anni ha realizzato 27 reti in campionato, secondo soltanto a Messi. Nei 6 anni passati alla corte Real ha giocato 190 partite e realizzato 107 reti. Riuscirà mai Balotelli? Higuain è venuto a Napoli per non sentirsi intruso a Madrid. Come Pepe Reina, scappato da Liverpool.

Ieri sera alla Scala del calcio ci hanno fatto intuire che potrebbe essere stata una fuga per la vittoria.

Commenti