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Oggi sull'Angliru Nibali prova l'ultimo assalto a Froome

Pier Augusto Stagi

Ieri De Gendt, oggi l'Angliru. Ieri Thomas De Gendt ha vinto la 19ª tappa della Vuelta, da Caso a Gijon, di 149,7 km. Nella volata tra i nove superstiti della fuga a lunga gittata (29 uomini all'attacco), il belga ha battuto il colombiano Jarlinson Pantano e lo spagnolo Ivan Garcia Cortina. Primo italiano Matteo Trentin, 14°.

Da ieri pomeriggio il corridore belga è entrato a far parte del club dei 101 corridori che hanno vinto in carriera almeno una tappa in tutti e tre i Grandi Giri. Il gruppo con la maglia rossa Chris Froome e tutti gli altri big è invece arrivato a 12'14 dal vincitore di tappa e la situazione in classifica generale non è mutata. Il britannico guida sempre con 1'37 su Nibali, 2'17 su Kelderman, 2'29 su Zakarin e 3'34 su Contador.

Siamo alla resa dei conti, al giudizio finale e definitivo: dell'Angliru. Su questa salita asturiana si deciderà la Vuelta. Nibali cercherà su queste pendenze impossibili che puntano il cielo, di spodestare Chris Froome. Non sarà assolutamente facile, perché oltre a trovare la giornata perfetta il siciliano dovrà sperare in un giorno no da parte del trionfatore di quattro Tour.

«Una Vuelta a España senza l'Angliru è come una maratona di cinque chilometri» ebbe a dire Enrique Franco, storico organizzatore della Vuelta, e scopritore di questa montagna che è considerata oggi dai corridori come una delle più dure al mondo, al pari del Mortirolo e dello Zoncolan.

José Antonio Muñiz, all'epoca sindaco di Riosa, ebbe a dire: «È un gioiello che invece di essere mostrato in vetrina è stato conservato nel retrobottega». Parole sante. Mentre lo Stelvio o l'Alpe d'Huez, al pari di Mortirolo o Galibier hanno alimentato negli anni la loro leggenda, questo gioiello asturiano è rimasto nascosto per anni, ma in breve tempo ha saputo conquistare l'immaginario collettivo di tutti gli appassionati. «Questa è una salita bastarda. Da odiare da cima a fondo, ma quando si arriva su, non si può che amare», disse Nibali.

La prima volta? Alla Vuelta del 1999. Una prima volta pensando a Marco Pantani, e alle sue gesta in montagna. Il Pirata aveva da poco ottenuto la doppietta Giro-Tour: dopo di lui, nessuno mai. Secondo gli organizzatori doveva essere una sfida tra "Il Pirata" Pantani ed "El Chava" Jiménez. Era il sogno di tutti, ma rimase tale. Pantani venne fermato il 5 giugno di quell'anno a Madonna di Campiglio. Per Marco fu l'inizio di una salita terribile, la più dura e insopportabile di tutte.

Senza un traguardo: una fuga senza fine.

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