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Ora ad Allegri tocca studiare

Ora ad Allegri tocca studiare

M assimiliano Allegri deve ancora studiare. Capire e capirsi. Che cosa è e che cosa sarà questa nuova Juventus. Diversa dall'ultima, molto diversa. Non soltanto per il pareggio contro il Siviglia ma anche per il secondo tempo della strafottente vittoria sul Sassuolo. Diversa negli uomini che sono arrivati e in chi ha responsabilità di testamento.

Due o tre domande immediate: perché Dybala gioca a quaranta metri dalla porta avversaria? Al di là delle indicazioni dell'allenatore, nessuno dei suoi compagni, da Dany Alves a Khedira a Bonucci (titolari di quella zona di centro destra) osa rimproverarlo e spedirlo in avanti a dare una mano all'uomo solo al comando, al secolo Gonzalo Higuain? Dybala è un fuoriclasse, sappia, però, che non può crollare a terra al terzo dribbling, sempre, comunque. Lo picchiano, d'accordo, come picchiavano Maradona e come picchiano Messi, suoi esempi compatrioti.

Pjanic: ha un carattere particolare, basterebbe la prova tv, rivedere l'espressione del viso con cui è arrivato allo stadio e ha seguito la partita e poi è entrato in campo. Non prende in mano il gioco, si limita all'ordinaria gestione, quasi sembra nascondersi. Va motivato e in questo avvio di stagione, finora, è accaduto esattamente il contrario.

Pjaca: è il Rivera di Messico '70, ormai gioca cinque, sei minuti, gli ultimi, per la terza volta. Pjaca ha il talento che tutti gli riconoscono, altrove giocherebbe ma non cinque minuti e sempre e soltanto nel finale. E ancora: su una dozzina di cross, mercoledì sera, il 90% sono stati respinti dalla robusta difesa spagnola e, nell'occasione, mai uno juventino è andato a occupare la zona del secondo palo, anzi, spesso sui palloni arrivati dall'esterno, era presente in area il solo Higuain.

Sembrano dettagli, asterischi dopo un risultato non completo. La Juventus non ha giocato male ma ha giocato come spesso le accadeva in Europa, negli anni andati, avvitandosi sui propri limiti caratteriali. Ha costruito alcune occasioni da gol e non ha concesso un solo tiro in porta al Siviglia. Ma nel football conta la sostanza, contano i gol e i punti in classifica. Allegri e il suo assistente Landucci riflettano sul secondo tempo contro il Sassuolo e su quest'ultima prestazione, non agonistica, ma tattica. L'allenatore toscano preferisce affrettarsi lentamente, come dice un motto latino, centellina scelte che dovrebbero essere più coraggiose, definite e definitive.

Tutto, dopo un semplice pareggio. Ma per la Juve nulla può e deve essere semplice. Infatti domenica a San Siro l'aspetta l'Inter.

E qualcosa può accadere.

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