Europei 2016

"Ora voglio l'Europeo". La sfida di De Rossi, gladiatore centenario

Domani il centrocampista gioca la partita n° 100 in azzurro. Pace con Balotelli: "Il rapporto è ok. E poi Mario è buono"

"Ora voglio l'Europeo". La sfida di De Rossi, gladiatore centenario

Firenze - Domani uscirà dal tunnel di San Siro e in testa avrà un alveare di emozioni. Daniele De Rossi a Milano contro la Croazia festeggerà le 100 presenze in Nazionale. Applausi. «Sarà qualcosa di incredibile. Era inimmaginabile quando ho iniziato. Un traguardo che porterò nel cuore quando sarò più vecchio e avrò smesso». Anniversario che ha coinciso col ritorno in Nazionale di Balotelli: «Non è vero che Conte ha parlato con me e i senatori per convocarlo. E poi Mario è buono».

Balotelli, il convitato di pietra di ogni conferenza stampa: «Non penso che un allenatore prenda una decisione consigliandosi con i vecchi del gruppo. E difficile da credere che Conte chieda quasi il permesso di convocare un azzurro, mi sembra paradossale. E poi non è che Balotelli abbia fatto qualche disastro, non c'è bisogno di un consulto». Un respiro e riparte perché il discorso picchia sulle sue battute a Balotelli, ai tempi del Brasile: «Se ne parlerà per i prossimi 5 anni. L'allenatore ha detto che ripartirà dagli uomini, prima che dai giocatori, non ha fatto riferimento a Balotelli, ma in generale. Con Mario ho un ottimo rapporto e quando c'è stato da dire qualcosa, gliel'ho sempre detto anche in Brasile. Lui oggi com'è? Non è una situazione border-line , è un ragazzo buono, bravo. Poi ci sono regole da rispettare, un allenatore da convincere, una partita da giocare e quelle sono cose che sta a lui guadagnare».

De Rossi riavvolge il nastro della memoria e sceglie una carta tra le cento azzurre: «Per forza, la finale di Berlino». E pensa all'ultima fase della carriera da vivere qualche metro più indietro: «Mi reputo all'altezza per fare anche il difensore». Lancia gli eredi: «Spero che Zaza, Immobile, Okaka, Osvaldo, Giovinco, Balotelli mi superino in fretta. È il loro lavoro. Ma importante è che la squadra vinca». Ha una dedica particolare: «Al mio migliore amico, Manuele Mancini. Siamo partiti insieme nel settore giovanile della Roma, è la migliore persona che ho incontrato nella mia vita. Un giocatore sfortunato, senza gli infortuni sarebbe al posto mio. Gioca nella Lupa Castelli Roma, nello stesso ruolo mio però ha i piedi di Pirlo. Piacerebbe a Modric...». Daniele sogna nuovi orizzonti: «Voglio vincere l'Europeo, sono qui per questo. L'allenatore pensa solo a questo e lo abbiamo capito dai primi giorni che siamo insieme». De Rossi saluta poi così Mazzarri esonerato dall'Inter: «Mi dispiace perché lo reputo molto bravo, ma al tempo stesso sono contento per Mancini. Per fortuna sono cose che non riguardano la Roma...».

I giallorossi, infatti, devono pensare al duello con i bianconeri: «Anche l'anno scorso eravamo alla pari della Juve. I passi falsi ci stanno, ma non intaccano la consapevolezza del gruppo. Perdere a Napoli e a Torino può succedere, ma una delle due gare sono convinto che non meritavamo di perderla, mentre col Bayern abbiamo trovato una squadra molto più forte». Conte voleva De Rossi dai tempi della Juve: «Questo mi rende orgoglioso: l'ho sempre stimato e ritenuto uno dei migliori allenatori in Europa». Ora, però, c'è la Croazia e la ferita del Mondiale da dimenticare, va suturata: «Se contro la Croazia faremo una grande partita, e la faremo, questo ci aiuterà ad avere ancora più fiducia. Abbiamo bisogno di riabituarci a vincere contro le grandi e la Croazia è una grande».

Chiusura con i troppi stranieri in Italia e una cultura da cambiare: i giovani devono tornare al centro del progetto: «Bisogna lavorare sui vivai, sulle scuole calcio: vedo le partite dei giovani e trovo squadre di 12-13 anni con 5-6 stranieri, questo non aiuta il calcio italiano, e questo potrebbe essere un limite. Oppure torniamo ai 3 stranieri di vent'anni fa».

De Rossi, il centenario.

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