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Ottimismo Spalletti: "Ricordatevi dove eravamo"

Il tecnico pensa a 2 anni fa, ma arriva da una vittoria in 7 partite: «Io analizzo le partite...»

Ottimismo Spalletti: "Ricordatevi dove eravamo"

Milano Raramente i risultati di un allenatore che arriva a stagione in corso giustificano la sua chiamata. All’Inter - per restare in anni recenti - non sono serviti Mancini (per Mazzarri) né Pioli (per De Boer). E se tanto concede tanto, per un dirigente spostare gli equilibri è persino più difficile. Eppure, l’arrivo di Beppe Marotta inonda il pianeta nerazzurro dello stesso ottimismo che avrebbe generato Modric, per dirne uno che tanto servirebbe. Spalletti fa bene a sentirsi al sicuro e dà il benvenuto al nuovo “capo” senza apparentemente accodarsi al corteo dei festeggiamenti («all’Inter c’era già tutto per lavorare al meglio, lui si somma a questi valori»): come che vadano le prossime partite, nessuno lo caccerà a campionato in corso, perché non servirebbe (lo dicono i precedenti), perché costerebbe caro (altri 2 anni di contratto) e perché per Marotta (l’unico che potrebbe cacciarlo) Spalletti è il più comodo degli alibi. Il deficit Inter si misura bene in classifica (10 punti in meno rispetto all’anno scorso dopo 15 partite: allora primi, oggi terzi e solo perché dietro la Juve che galoppa e al Napoli che trotta, tutti gli altri camminano). Colpa di Spalletti? Può darsi, anzi certamente. Ma anche di Icardi, che un anno fa aveva segnato 16 dei 33 gol della squadra e adesso “soltanto” 8 su 27: cioè più lui da solo (-8) di tutto il deficit nerazzurro (-6). Vero è che un anno fa i numeri di squadra si rivelarono tanto effimeri quanto illusori, perché dopo le prime 15 partite felici e fortunate arrivò la frenata: prima dolce (pareggio a Torino con la Juventus) e poi brusca (Udinese in casa e Sassuolo in trasferta, a ridosso di Natale). Ci vollero 9 partite e 2 mesi abbondanti per ritrovare la vittoria. Per ora (Psv compreso) siamo a 4 partite senza successo (1 nelle ultime 7), col terrore grande di avere nuovamente infilato il tunnel della crisi. «Stavolta è differente, lo dico io perché analizzo le partite e non solo i risultati», sottolinea Spalletti, probabilmente con nostalgia di quando bastava guardare i risultati e non importava analizzare le partite, perché erano vinte. «Ci vogliono demolire, ma non dimentichiamo da dove siamo partiti: settimi in classifica, 29 punti dalla Juventus, 25 e 24 da Roma e Napoli», aggiunge sovrapponendo non l’ultima stagione, ma quella prima ancora, quando lui vestiva in giallorosso. «Per avere la coscienza pulita uno deve fare meglio di chi lo ha preceduto», dice di Asamoah, pensando probabilmente a se stesso. Ninja ancora fuori, Politano dentro («con più fisico sarebbe un top player europeo»).

L’Udinese ha fatto 5 punti nelle ultime 10 partite, ma 4 nelle ultime 3, quelle in cui è stata guidata da Davide Nicola: questo dato, sommato alle 2 sole vittorie dell’Inter nelle ultime 7 sfide dirette a Milano, valga a Icardi e compagnia il giusto monito di vigilia.

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