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Ounas, Insigne, Ospina Ancelotti in tre mosse sistema pure il Sassuolo

La staffetta tra le due punte e il portiere decisiva. Gli azzurri rispondono alla Juve

Ounas, Insigne, Ospina Ancelotti in tre mosse sistema pure il Sassuolo

Carlo Ancelotti dà scacco matto al Sassuolo in tre mosse: la maglia da titolare assegnata a Ounas, la staffetta a inizio ripresa tra il franco-algerino e Insigne, la partita perfetta del portiere Ospina. Sono loro a firmare il prezioso successo del Napoli sugli emiliani che consente agli azzurri di restare in alto e a distanza ancora non siderale dalla Juventus.

Il turnover portato all'eccesso (ieri otto i cambi rispetto all'esaltante notte europea con il Liverpool, insieme a Insigne finisce in panchina l'Allan che potrebbe diventare presto un azzurro di Mancini) non crea traumi a un gruppo che ora non sbaglia più l'approccio alle gare come avveniva nelle prime partite di campionato. E quando le seconde linee iniziano ad avvertire la stanchezza di un minutaggio ancora ridotto, ridando verve ad avversari di buon livello come recita la loro classifica, Ancelotti è bravo a inserire i big che ristabiliscono le distanze. Insomma, il Napoli ha già la maturità per colpire, aspettare e poi mandare ko gli avversari.

Ounas, il ventunesimo titolare della rosa, è il colpo a sorpresa di Ancelotti. Ulteriore segnale di un organico che ha tante risorse. «Non sono matto, giocano tutti titolari perché tutti mi danno garanzie, altrimenti non li schiererei per fare piacere a qualcuno», così il tecnico giustifica l'ennesima rivoluzione. Ma di fronte a questo Napoli smontato e rimontato con apparente facilità dal tecnico di Reggiolo, anche il Sassuolo è sembrato capirci poco. Tanto che l'errore di Locatelli, il primo di una serie nella serata no dell'ex milanista, che lancia in rete il franco-algerino dopo soli 125 secondi, è il campanello di allarme di una partita che solo gli azzurri rimettono in discussione nel momento in cui mollano un po' gli ormeggi dopo la solita serie di occasioni non concretizzate. Ma a quel punto il pronto soccorso è Ospina che blinda la porta murando le conclusioni di Djuricic e Berardi mentre regala una parata alla Garella (portiere del primo scudetto) di piede su Babacar. Il titolare dei pali azzurri Meret, ancora fermo ai box, può recuperare con calma. Proprio Berardi, che festeggia le 200 gare con il Sassuolo, suona la carica di una squadra mal costruita tatticamente nel primo tempo dal pur bravo De Zerbi: la coppia Locatelli-Magnanelli a centrocampo è male assortita e Boga, talentino ex Chelsea, è parso ancora acerbo. Concedere un tempo a questo Napoli è un errore gravissimo.

E poi c'è il capitolo Insigne che chiude la pratica Sassuolo nel momento migliore degli ospiti. Dalla notte del gol al Liverpool alla panchina (la prima dopo dieci mesi) con il Sassuolo, esclusione accettata senza problemi. Doveva tirare il fiato il folletto di Frattamaggiore, che si dice «più sereno e spensierato». Complice anche la nuova posizione in campo disegnatagli da Ancelotti. «Mi ha messo più vicino alla porta, facendomi risparmiare un po' di fatica in fase difensiva - così Insigne -. Mi ha chiesto di essere deciso e cattivo sotto porta, io mi applico per fare sempre gol, ma anche se non segno l'importante è vincere. Cerco sempre di ricambiare la fiducia con sacrificio in campo per la squadra e per fare gol. Sto vivendo un bel periodo, spero di continuare così». La parabola perfetta del 2-0 che mette la parola fine al match è il nuovo sigillo di Lorenzinho, arrivato a 6 reti in campionato (7 stagionali) e 70 con la maglia del Napoli in 274 gare.

Una media degna di un grande attaccante.

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