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La padrona è tornata le altre faticano e perdono le illusioni

di Tony Damascelli

I nutile farsi tante illusioni: rientrata in Patria la Juventus ritorna perfida e vincente, la coppia argentina sistema la questione Bologna nel primo tempo, la squadra di Donadoni gioca un buon football ma dall'altra parte ci sono Higuain e Dybala: il totale è prevedibile. Se poi Allegri, dopo cinque mesi, finalmente sceglie la formazione normale, quella prevista la scorsa estate, con i due argentini e Pjanic alle loro spalle, allora tutto rientra nella norma e nella logica.

Dunque come prima, più di prima, non è successo nulla, vincono tutte quelle (le inseguitrici) che, come si dice e si scrive, vincono soffrendo, senza meriti in alcuni casi, favorite da decisioni arbitrali discutibili e discusse ma, se gli arbitri sbagliano, i calciatori nulla fanno per evitare gli errori, anzi simulano, ingannano e il loro sindacato assiste in silenzio, confermando la propria totale inutilità.

Non un gran football rispetto ad altri tornei ma il freddo ha fatto da abbattitore e certi campi di gioco sembravano non in erba ma in cemento, il San Paolo di Napoli su tutti, De Magistris e Saviano potrebbero discuterne.

Molte vittorie in zona Cesarini, un altro argentino che ha fatto storia ma grazie a un giornalista (Danese Eugenio) che decise di inventare la frase famosa dopo un gol segnato dal nerazzurro Visentin all'ottantanovesimo minuto in Ambrosiana Inter-Roma, il venti di dicembre del Trentuno. Dopo ottantasei anni la zona resiste.

Come resiste, resiste, resiste la Juventus.

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