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Doppietta di Palacio e l'Inter torna a correre

L'ex genoano, fischiato, poi strappa applausi. La Samp gioca bene nel primo tempo ma sparisce nel secondo

Doppietta di Palacio e l'Inter torna a correre

Benvenuti a Palacio reale. Perchè, in fondo, Sampdoria-Inter sta tutta qui, in un giocatore che fa la differenza. E a cui, cinicamente, Andrea Stramaccioni dà in mano le chiavi della squadra dicendogli di fare tutto ciò che vuole. Lui le prende e fa tutto ciò che vuole. Risultato 2-0 per l'Inter.
È talmente incontestabile tutto questo che persino i tifosi blucerchiati che a inizio partita avevano accolto Rodrigo con bordate di fischi in virtù del suo passato genoano, mai rinnegato, alla fine si arrendono al silenzio, di fronte alla superiorità di un giocatore straordinario che, da solo, basta a raccontare la partita.
Perchè il resto è la solita Inter di questi tempi: sorniona, cinica, anche un po' sparagnina, ma brava a capitalizzare al massimo le occasioni. Non sarà gran calcio, non sarà roba da raccontare ai nipoti, ma è comunque un pregio. E se dall'altra parte c'è una squadra come la Sampdoria di ieri che per un tempo gioca anche bene a calcio, ma senza mai essere davvero pericolosa, e poi rinuncia anche a giocare bene a calcio, con l'allenatore Delio Rossi che leva anche i migliori, è difficile che finisca diversamente, quasi fosse una legge della matematica applicata al calcio.

Detto di Palacio e del fatto che averlo in squadra è come fare il pieno di case e di alberghi su viale dei Giardini e parco della Vittoria a Monopoli, occorre anche dire che ieri - al netto dello spettacolo, scarso - è stata tutta l'Inter a funzionare bene, con l'unica tragica eccezione di Jonathan che aveva collezionato solo sette presenze in tutta la sua esperienza nerazzurra e ieri si è capito bene il perchè. Una sciagurata scelta di tacchetti sul campo umido di Marassi l'ha portato a cadere per terra diverse volte, due addirittura in area, due addirittura nella stessa azione. E buon per lui che Icardi, che pure ha avuto buoni movimenti, ha dimostrato un notevole attaccamento alla sua maglia futura quando c'è stato da buttarla dentro.

Ma, in fondo, è stata tutta la spina dorsale dell'Inter a funzionare: da Handanovic, decisivo o scenografico in almeno tre circostanze, a Kovacic, in continua crescita, e soprattutto a Juan Jesus, invalicabile nel secondo tempo e soprattutto bravo a reimpostare l'azione. E Cassano, amore tradito e traditore accolto anche lui dai fischi blucerchiati, seppure in misura minore rispetto a Palacio? Per lui, rendimento proporzionale ai fischi. Se l'argentino è stato stratosferico, Antonio ha fatto il minimo sindacale. Che, trattandosi di Cassano, ha un tocco in più. Ma sempre minimo sindacale è.

In tutto questo, con l'Inter che torna in piena corsa per quella zona Champions dove c'è più traffico che sulla Milano-Genova domenica e lunedì per il week-end di Pasquetta, la Sampdoria fa da sparring partner ideale. Ottimo primo tempo, poi sparisce nella ripresa. E, certamente, se non si segna e si mettono in campo giocatori come Maxi Lopez che è la controfigura di se stesso, anche perchè reduce da un lungo infortunio, non si pongono le basi migliori.
Dice Delio Rossi che «la classifica non è ancora a posto». Cioè i blucerchiati sono davvero ad un passo dalla salvezza, ma a questo punto i prossimi due turni, sempre al Ferraris, contro il Palermo domenica e nel derby, diventano decisivi per festeggiare in anticipo. Altrimenti, in caso contrario, proprio per come è messa la classifica dietro, il rischio sarebbe quello di essere risucchiati.
Insomma, per ora tutto tranquillo.

Però, attenti a stare troppo tranquilli.

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