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"Pantani fece uso di Epo nel Tour de France 1998"

Il Pirata, Ullrich e Julich avrebbero fatto uso di Epo secondo Le Monde che cita i risultati di test retroattivi svolti nel 2004

"Pantani fece uso di Epo nel Tour de France 1998"

Marco Pantani, il tedesco Jan Ullrich e lo statunitense Bobby Julich, primi tre classificati nel Tour de France 1998, avrebbero fatto uso di Epo. A dirlo è il sito del quotidiano francese Le Monde che, alla vigilia della pubblicazione del rapporto della commissione d’inchiesta del Senato francese sull’efficacia della lotta al doping, cita i risultati di test retroattivi svolti nel 2004.

Assieme a Pantani - scomparso tragicamente il 14 febbraio del 2004 - sarebbe stato l’intero podio finale a far uso di doping. Ma non solo. Nell’elenco figurerebbero anche il tedesco Erik Zabel, miglior sprinter ai Tour del 1998 e del 1999 e, tra i corridori francesi, oltre a Laurent Jalabert, anche Jacky Durand e Laurent Desbiens.

Le Monde non dichiara le fonti di tali informazioni, che riguardano analisi compiute nel 2004 nei laboratori di Chatenay-Malabry su campioni di sangue prelevati nel 1998 e i cui risultati dovrebbero essere diffusi oggi nel rapporto della commissione del Senato. La pubblicazione era prevista per il 18 luglio scorso, in pieno Tour de France, ma le proteste del sindacato ciclisti ha indotto a rinviarne la diffusione. La questione dei presunti dopati aveva anche fatto ventilare l’ipotesi che l’Uci potesse cancellare il nome di Pantani dall’Albo d’oro del Tour se il suo nome fosse comparso nella lista, provocando le proteste della famiglia del Pirata. Giorni fa, però, il presidente dell’Unione ciclistica internazionale, Pat Mc Quaid, aveva escluso tale possibilità.

"Le analisi svolte dal laboratorio francese nel 2004 non erano conformi agli standard tecnici per i test antidoping, pertanto tali risultati non possono essere accettati come prova in un contesto antidoping e pertanto non consentirebbero l’apertura di un procedimento disciplinare, inoltre, non sono stati rispettati i principi
dell’anonimato e del previo consenso alle analisi espresso dai ciclisti", ha spiegato McQuaid.

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