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Dopo Paris, ecco Inner: ora la Corea porta bene

Il Paese asiatico è stregato per noi nel calcio, non nello sci La pista olimpica piace agli azzurri: 2° posto in Super G

Dopo Paris, ecco Inner: ora la Corea porta bene

Si è chiusa con un altro podio la trasferta dei velocisti azzurri in Corea, davvero proficua perché ha restituito il sorriso a due campioni che avevano bisogno di un risultato per ritrovare la fiducia. Dopo Dominik Paris secondo in discesa, ecco Christof Innerhofer battuto ieri solo dal redivivo svizzero Carlo Janka, per un podio che in superG gli mancava da quasi quattro anni. Il test sulle piste che nel 2018 ospiteranno le gare veloci dell'Olimpiade è dunque riuscito, almeno per gli uomini che fra due anni potranno portare medaglie all'Italia, perché anche Peter Fill nella due giorni sulle nevi di Jeongseon ha mostrato di gradire neve e pendio, con un quarto posto in discesa e un quinto ieri in superG. Dopo le tante polemiche e i dubbi della vigilia, la collina a sud di PyeongChang, città designata come sede principale dei Giochi, si è dimostrata all'altezza grazie anche a due giornate di tempo perfetto, cielo blu e sole splendente. «Se per la discesa non mi sembra una pista interessante, per il superG ho un'altra idea, e non solo per il buon risultato che ho fatto» ha detto Innerhofer dopo la gara. «Ho sentito di sciare bene da cima a fondo, quest'inverno ero finito spesso vicino al podio, ma mi erano sempre mancati un po' di centesimi per salirci. Mi sono veramente liberato da un peso, ci voleva, perché ora arrivano gare su piste che non sono proprio adatte a me, quindi affrontarle con maggior fiducia non potrà che farmi andare più forte». Discesa o superG che sia, Dominik Paris è invece più che positivo sulla nuova pista coreana disegnata da Bernhard Russi, lo svizzero campione olimpico di discesa nel 1972 che da oltre 30 anni è consulente della federazione internazionale. «Ma serviranno delle modifiche», ha ribadito Inner, «si va troppo piano, non credo che questo sia divertente per noi e nemmeno per gli spettatori». Già, le curve sono tante, la velocità poca, ma la montagna di Jeongseon non si può alzare, sembra quindi difficile porre rimedio al problema evidenziato dal nostro velocista più titolato, che nel 2018 difenderà le due medaglie vinte a Sochi su una pista che si sogna ancora di notte, da tanto gli piaceva. Paris due anni fa non ci capì invece nulla e sembra quindi felice di aver voltato pagina: «Mi sono piaciuti i salti perché buttano bene, mi sono piaciuti anche i lunghi curvoni, non è velocissima, ok, ma in questi giorni ho solo provato buone sensazioni, speriamo di ritrovarle fra due anni, se ci tornerò!». Peccato che in superG Dominik sia uscito quasi subito, era partito molto forte, avrebbe sicuramente fatto un'altra buona gara. Riuscita invece a Hirscher, ieri 7°, venuto in Corea per saggiare le condizioni della neve dove fra due anni cercherà di vincere l'oro che gli manca: «Test positivo, sono contento, qui la gente è simpatica, si mangia bene e ci si può allenare senza stress.

Sono un po' malato, ma avrò tempo per recuperare prima delle due gare tecniche del prossimo fine settimana in Giappone».

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