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Pazzini vede il Bologna e si scatena di nuovo

Pazzini vede il Bologna e si scatena di nuovo

Milano - Il terzo posto è ancora lontano: nove punti. Una distanza siderale anche per questo Milan sbarazzino, sospinto dai gol di Pazzini, e con la voglia, a sentire Adriano Galliani, di stupire sul mercato nei prossimi dieci giorni. Ma per riempire San Siro forse il solo arrivo di Kakà da Madrid non è sufficiente: basta dare un'occhiata ai gradoni dello stadio milanese ieri pomeriggio per capire lo scarso appeal riscosso dall'attuale compagnia presso il popolo rossonero. E invece il Milan non è poi così male, come suppongono i suoi supporters super-critici rimasti a casa, al calduccio. Nel senso che per domare il Bologna c'è bisogno di un paio di imprese balistiche di Giampaolo Pazzini, uno che appena vede gli emiliani si scatena, e alla fine, grazie alla solita distrazione difensiva (deviazione sciagurata di Mexes su un colpo di testa, innocuo, di Pasquato), si regala un finale al batticuore. Ma la qualità del gioco complessiva migliora nettamente rispetto alla precedente prova di Genova e col gioco si moltiplicano le occasioni procurate dal Milan anche nel primo tempo. In questa fase è Agliardi, il portiere del Bologna criticato in modo feroce dai suoi per l'errore commesso martedì sera nella sfida di coppa Italia con l'Inter, a salvare la porta una, due, tre volte: decisivi i suoi interventi prodigiosi sul colpo di testa di Pazzini, sul cross di Flamini e sulla stoccata di El Shaarawy. Il Bologna si difende e basta: è questo il suo difetto denunciato ieri, conseguenza anche dalle granda fatica compiuta quattro giorni prima. Gilardino e Diamanti sono sulle gambe per larghi tratti e l'opposizione nei confronti dei berlusconiani tocca tutta alla difesa, avvitata sul portiere appunto.

Il Milan di questa stagione, a dispetto della gioventù, è un vero diesel. Deve scaldarsi a dovere prima di sgabbiare. Alcuni numeri lo confermano in modo simbolico: a conteggiare infatti i punti ottenuti nel primo tempo, il Milan avrebbe appena 21 punti in classifica, sarebbe perciò da zona retrocessione; collezionando invece quelli incassati nella ripresa sarebbe oltre 40 punti, cioè in piena zona Champions. E così si ripete anche col Bologna. Prima messo al muro e poi nella seconda frazione castigato con un paio di prodezze di Pazzini. Che adesso sente e legge dell'arrivo di Balotelli che vorrebbe dire cedere il posto e la maglia da titolare e lo fa in apparenza senza battere ciglio. «Sono più ottimista su Kakà, per Mario ci sono solo 5, 10% di possibilità» il suo divertente siparietto ai microfoni di Sky. A uno come Pazzini la presenza di Kakà risulterebbe più utile perché significherebbe garantirsi la qualità di assist e di suggerimenti, lamentata nelle settimane passate. Il primo sigillo è merito di una deviazione involontaria di Antonsson ma lui, in area di rigore, si ritrova come un borseggiatore nella metropolitana all'ora di punta: a suo completo agio, insomma. Quel che non gli riesce in un tempo, gli viene buono in poco più di 17 minuti della ripresa quando confeziona la prodezza successiva, con pallonetto sulla testa di Portanova e diagonale al volo sul cross, finalmente preciso, di Boateng.
Il terzo posto è ancora lontano, San Siro sempre malinconicamente vuoto ma il Milan comincia a diventare una squadra, esaltando alcune virtù ma conservando taluni difetti e limiti strutturali (l'organizzazione difensiva, la resa di Mexes).

A proposito di gioventù: se Allegri continua a centellinare Traorè è segno che l'altro francese della compagnia comincia a soddisfare lo staff tecnico. E visto il fatturato di Flamini e Boateng, oltre che il contributo di Nocerino ridotto praticamente a zero, forse c'è bisogno proprio di energie e vitamine in quel settore della squadra.

Dove spicca Montolivo, che da centrale funziona e funziona alla grande: gli infortuni di Ambrosini e De Jong alla fine possono diventare propizi.

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