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Pellegri nella storia come Amadei I più giovani ad aver giocato in A

A 15 anni e 9 mesi non salva il Genoa, ma fa meglio di Rivera

Sergio Arcobelli

C'è chi a 15 anni esce al parco con gli amici per tirare quattro calci al pallone sognando un giorno di emulare le gesta di uno degli idoli dell'infanzia: un cucchiaio alla Totti, un tiro alla Del Piero, una punizione alla Pirlo. C'è chi, invece, può già ambire concretamente a farlo, e anzi è già a buon punto. Di certo, la carriera di Pietro Pellegri è svoltata quando Juric, allenatore del Genoa, lo ha fatto entrare negli ultimi minuti della sfida con il Torino. Non sarà Pelè, la stella brasiliana, anche se il presidente dei rossoblù l'ha definito «il nuovo Messi», ma per caratteristiche fisiche assomiglia più a Pellè, quello della figuraccia del cucchiaio a Neuer, che a differenza del baby record è esploso solo verso i 30 anni: intanto Pellegri ha dalla sua la nuova nomina di più giovane debuttante della serie A. A 15 anni, 9 mesi e sei giorni, il talentino del Genoa, ancora un allievo, ha eguagliato Amedeo Amadei, scomparso tre anni fa e che esordì nel '37 con la Roma in Serie A alla stessa precisa età del baby record. Ottanta anni fa, altri tempi. Amadei poi vinse lo scudetto con i giallorossi nel '42, Pellegri chissà. Intanto si unisce a una lista di giocatori che qualcosa in Serie A ha combinato. Su tutti Gianni Rivera, terzo nella graduatoria dei più giovani nel massimo campionato, che debuttò con l'Alessandria nel '59 e che vinse tutto con il Milan e quasi tutto con la Nazionale. Cosa che riuscì invece ad Andrea Pirlo, settimo nella lista dei baby esordienti in A (a 16 anni e spiccioli).

I campioni citati qui sopra sono anche ricordati per i gol importanti segnati in carriera. E Juric, sotto 0-1 contro il Torino, ha guardato la panchina e ha pensato bene che, se un giocatore realizza quattro gol in un mese in Primavera, è capace di mettere il suo zampino anche in A. Non è successo, a dire il vero, anche se in un'amichevole con la prima squadra Pellegri riuscì a segnare un gol in solo 7 minuti, poco meno di quelli concessigli giovedì sera nel finale di partita. Convinto delle potenzialità del ragazzo lo stesso Juric ha detto: «Ha grandissimi margini di miglioramento: se mantiene questi standard di crescita, tra pochi anni potremmo avere un giocatore importante».

Battuto in questa graduatoria dal ragazzino del Genoa, Rivera è favorevole alla scelta di schierare baby Pellegri: «Non è troppo presto, è già pronto anche a 15 anni. Speriamo che si ricominci a puntare sui settori giovanili. È davvero una buona notizia». La bella notizia è che, negli ultimi tempi, si guarda sempre più al made in Italy. Dopo Kean, primo millennial a giocare in A e in Champions, adesso è l'ora di Pellegri, classe 2001.

Giovani, tocca a voi.

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