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Pellegrino e Noeckler team sprint di bronzo

Pellegrino e Noeckler team sprint di bronzo

Se l'erano detti, ma a bassa voce. Una speranza da coltivare metà ciascuno. Un pizzico di gloria in condominio. E alla fine la medaglia è arrivata. Liberatoria e di bronzo, 5''73 alle spalle della Norvegia di Krogh e Petter Northug e della Russia con gli "iridati" uscenti Petukhov e Kriukov. Dietmar Noeckler e Federico Pellegrino sono la nuova buona notizia che arriva dai boschi mondiali di Falun. Loro la seconda medaglia azzurra, due giorni dopo l'argento di Alessandro Pittin nella combinata nordica. Se l'erano detti. Che ci credevano e che si poteva fare. Insieme, a tecnica libera, erano già saliti sul terzo gradino del podio, un mese fa in coppa a Otepaa. Pellegrino, poi, aveva già provato a dare l'affondo nell'individuale di Falun, quinto per poche decine di metri. In due però è meglio. Fede e Didi, 50 anni in due, a coprire l'arco alpino da Nus a Brunico, avevano studiato la strategia nei dettagli: uno in difesa, l'altro in attacco. E all'occorrenza viceversa. Obiettivo arginare scandinavi e russi. E così è stato.

Si comincia con un valzer ad alto ritmo: Pellegrino spreca qualche energia di troppo per tenere il passo. Gli occhiali a specchio non bastano a celare lo sforzo: «Ho bruciato forze supplementari, una manche tirata». Lo stadio è colmo, c'è pure il sole. Quale giorno migliore per una medaglia che in questa specialità manca dal successo di Zorzi e Pasini a Sapporo nel 2007. In semifinale Pellegrino gioca sempre d'astuzia e chiude in testa l'ultima frazione. Balza fuori in salita e si mangia tutti come in un videogame. Noeckler fa il lavoro "sporco", quello di non perdere troppo e restare agganciato al gruppo. Nella mischia. Poi la finale con un brivido che poteva essere d'argento: «Sapevamo che potevamo fare un grande risultato. E' stata durissima ma ce lo siamo meritato, forse un pizzico di rammarico, ma va bene così», chiosa Pellegrino. Gli fa eco Noeckler: «Siamo riusciti a seguire la tattica che avevamo studiato». Stanco? «No, stanchissimo, ma ho tenuto duro per non perdere il gruppetto e controllare la Norvegia».

Mentre le ragazze, Vuerich e De Bertolis, perdono la semifinale di un centesimo, un piccolo miracolo lo fanno i "Pittin boys", quarti nella staffetta 4x5 della combinata nordica. Ora tocca alle prove di distanza, ma c'è già tanta Italia.

Lo sci alpino ha ripreso, invece, il suo iter di coppa del mondo. Mayer, dopo la discesa, vince anche il superG, a Shiffrin lo slalom.

Gli azzurri ancora non brillano: solo Marsaglia, 6° a Saalbach, ha risollevato il capo.

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