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Pellegrino tris fra colossi russi E ora sogna

Un tris in carnet e un poker di russi alle spalle. Esulta, col pugno prima e a gambe all'aria poi, Federico Pellegrino. Gongola, indossando sulla tuta rossa quel pettorale, altrettanto vermiglio, di leader. Tono su tono. Rimonta su rimonta. Ieri nella sprint a skating di Coppa del mondo, fra i boschi russi di Rybinsk, il valdostano ha centrato il tris stagionale, in poco più di un mese, dopo i sigilli di Davos e Val Mustair e il terzo posto, nella sprint a squadre di Otepaa, con Dietmar Noeckler. Bello lasciarsi dietro i colossi "sovietici" di casa, come Sergey Ustiugov, Andrey Parfenov, Nikita Kriukov e Alexey Petukhov. Per loro re Federico ha allestito uno spalto da vero Zar. Nessuno come lui può vantare tre vittorie di fila nelle sprint. Lui, però, ai record ancora non guarda. A chi gli ricorda che, nel palmares azzurro delle vittorie in coppa, ha eguagliato Silvio Fauner, suo precedente direttore tecnico, e può puntare ai 5 sigilli di Cristian Zorzi o ai 6 di Pietro Piller Cottrer, Pellegrino risponde di essersi ispirato ad un altro "senatore" del gruppo, quel Renato Pasini che proprio sulla stessa pista aveva già vinto. «Ho visto una sua foto in partenza e ci ho provato».

Ora l'asticella dei sogni si alza: Federico torna in vetta alla classifica di specialità con 32 punti di vantaggio sul norvegese Finn Haagen Krogh e 46 su Petukhov. La coppetta di specialità? «Potrei pensarci». Mancano tre prove, Oestersund, Lhati e Drammen, due classiche, una skating, tutte al Nord «E io arriverò stanco perché sto tirando da inizio stagione», avverte il poliziotto. Mettici poi i Mondiali, a Falun da metà febbraio con la "sua" sprint ma in tecnica classica.

Eppure quando si ha "Fede" non è vietato sognare.

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