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Pensieri e parole

Complimenti alla lobby dell'elettrico, forte dell'importante traino di Enel e delle tante associazioni ambientaliste. E bravi anche quelli di Tesla che all'ultimo momento sono riusciti a convincere il governo a innalzare a 50mila euro il limite entro il quale è possibile beneficiare dell'ecobonus per l'acquisto di una vettura elettrica. Un ritocco dell'ultimissima ora che, di fatto, «pareggia» l'aggiustamento dei limiti alle emissioni di CO2 (che erroneamente continua a essere definito un inquinante) che ha scongiurato la cosiddetta «tassa sulla Panda». E così nel 2019 si cercherà di far viaggiare sulle strade più auto elettriche e ibride, per punire invece con la ecotassa quei veicoli le cui emissioni, sempre della non inquinante CO2, superano i 160 grammi per chilometro. C'è da chiedersi se, in assenza di una dura presa di posizione da parte di Fca (la minaccia di congelare gli investimenti in Italia), vista l'iniziale penalizzazione ai danni della popolare Panda, le cose sarebbero in parte cambiate. Passate le festività, da Mirafiori un nuovo commento è comunque atteso. Alla luce di quanto è accaduto in dicembre, con l'arrivo del nuovo anno l'intera filiera automotive si deve chiedere per quale ragione il Palazzo fatica quasi cronicamente a recepire le istanze e a prendere in considerazione la realtà dei fatti. In questo caso, l'esigenza non più procrastinabile di trovare il modo che porti al rinnovamento del parco auto circolante. Non ci sono i soldi affinché una famiglia cambi la propria vecchia auto con un prodotto più sicuro e rispettoso dell'ambiente? La risposta non è certamente il bonus di 6mila euro per l'acquisto di un veicolo elettrico, fuori luogo in molte aree del Paese, ancora inadatto per un utilizzo extracittadino, oltre che essere troppo caro. La filiera, a questo punto, deve puntare più che mai sull'unità di intenti, come è avvenuto nelle scorse settimane. La minaccia di Fca ha portato a un dietrofront «mirato». Ma non è bastato.

Più che i comunicati stampa, servono azioni che tocchino nel vivo un «sistema» fondamentale per il Paese.

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