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Pepito l'antiBalotelli è già Magnifico Messere

Tre gol di un viola alla Juve non si vedevano dai tempi di Dante (Di Benedetti). "Montella ha girato la partita nell'intervallo. Mario? Neanch'io sono un santo..."

Pepito l'antiBalotelli è già Magnifico Messere

Firenze piange, ma di felicità. Solo in un dolce sogno notturno il tifoso viola avrebbe potuto immaginare una sfida così. La madre di tutte le partite - il derby in una città in cui c'è una squadra sola - caratterizzata da un andamento folle: da 0-2 a 4-2 con il poker della Fiorentina realizzato in 14 minuti, per di più ad una squadra famosa invece per il contrario, abituata nella ripresa a costruire i propri trionfi (più 17 punti nel primo anno di Conte, più 27 nella scorsa stagione). Mai i bianconeri di Conte avevano subìto quattro gol. Al fischio finale il Franchi si è trasformato nel Maracanà e Firenze in Rio de Janeiro, la gente impazzita si è rovesciata nelle strade. E lui, l'«hombre del partido», Rossi sì ma Giuseppe, incoronato Magnifico Messere di un popolo che non lo dimenticherà più. Tre gol in un colpo solo alla "nemica" di sempre, sono roba da Hall of Fame - la seconda edizione della Fiorentina si celebrerà proprio stasera -, garantiscono l'eternità in riva all'Arno. Evento accaduto in precedenza sono nel 1941: Dante Di Benedetti griffò tre delle cinque reti totali con cui i viola asfaltarono la Juventus. L'ultimo ad aver affondato i bianconeri al Franchi era stato Batistuta (1-0 per la Fiorentina) il 13 dicembre 1998 e anche per i Della Valle è stato il primo trionfo in casa contro la Juventus. Prima volta anche per Joaquin, esterno spagnolo dal passato illustre: non aveva ancora segnato in Italia.
Rossi a fine gara, proprio sotto la curva Fiesole, ha spiegato a Sky: «Tre gol molto importanti, ma nel secondo tempo la Fiorentina ha fatto una partita incredibile. Voglio parlare della squadra, abbiamo fatto tutti una grande partita per vincere. Dopo il gol loro ci siamo messi un po' dietro forse per paura, ma con le parole di Montella siamo rientrati in campo per vincere. Abbiamo reagito benissimo, tutti con una grande voglia di rimontare questo risultato. Grande coraggio, grande cuore di tutti. Noi abbiamo grandi giocatori in campo e in panchina, s'è visto questo cuore e questo gruppo». Quando si riformerà la coppia Gomez-Rossi dove arriverà la Fiorentina?, gli chiedono. «Non lo so, lasciamo tranquillo Mario, lui sta facendo un grande recupero e lo stiamo aspettando».
Gomez? Lasciamolo tranquillo, lui sta facendo un grande recupero. Tornerà presto».
Pepito è uno dei pochi fuoriclasse a disposizione di Cesare Prandelli per il prossimo Mondiale: il ct lo stima tantissimo, punta su di lui. L'attaccante viola, tornato in questa stagione a recitare da titolare dopo 666 giorni di assenza dai campi a causa di tre operazioni allo stesso ginocchio, viaggia alla media di 1 gol ogni 70 minuti in campionato: in tutto sono 8 in altrettante gare. In Europa League un altro centro con 2 presenze. Quindi 9 reti in 10 partite complessive, uno score che nemmeno Rossi avrebbe potuto preconizzare nelle previsioni più ottimistiche.
È l'anti-Balotelli: così bizzarro e indisciplinato il rossonero, così normale e sereno il viola. Eppure i due sono amici, tanto che a Coverciano pochi giorni fa Pepito ha detto: «Io e Mario abbiamo tante cose in comune, e poi neppure io sono un santo...». Se Balotelli riuscisse a trovare il definitivo equilibrio, toccherebbe a loro due guidare l'attacco azzurro in Brasile.
Intanto Firenze si coccola Rossi, se n'è innamorata dal primo momento. E benedice quella qualificazione Champions del Villarreal di pochi anni fa, che bloccò il trasferimento di Giuseppe alla Juventus. Pensa agli incroci del destino... ora saremmo a scrivere un'altra storia.
Invece Pepito batte il pugno sul giglio e adora la sua nuova casa: vive a dieci metri da via Tornabuoni, una delle vie più famose al mondo, cammina per le strade del centro, respira l'aria di una cultura secolare, mangia nella trattorie storiche con ribollita e bistecca.


Rossi, italiano di New York, che pensa in inglese e parla la lingua più amata dai fiorentini: quella del bel calcio.

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