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Petagna avverte la Juventus: "Non ci scanseremo"

Petagna non ha paura della Juventus: il giovane bomber dell'Atalanta lancia la sfida ai bianconeri e ha raccontato di quando pianse per il Milan

Petagna avverte la Juventus: "Non ci scanseremo"

Andrea Petagna sta vivendo un ottimo momento all'Atalanta. L'attaccante, classe 95, scuola Milan ha sbaragliato la concorrenza di Pinilla e Paloschi ed è considerato il titolare dell'attacco da Gian Piero Gasperini che per ben 8 partite su 14 gli ha concesso una maglia da titolare. La Dea, vola in classifica e domani sera sfiderà senza paura la Juventus capolista di Massimiliano Allegri. Petagna, senza peli sulla lingua, si è confessato al Corriere della Sera, parlando del suo momento buio vissuto nella passata stagione: "L'anno scorso avevo pensato di smettere. Ero reduce da una stagione deludente divisa fra Latina e Vicenza, con un solo gol all'attivo. Nessuno mi voleva prendere: per la serie B avevo un ingaggio troppo alto e il Milan, proprietario del mio cartellino, non aveva intenzione di partecipare alla corresponsione dello stipendio. In Lega Pro non mi voleva mandare e l'unica squadra che all'epoca era sulle mie tracce era l'Ascoli. Poi per fortuna i marchigiani furono ripescati in B e la mia carriera cambiò di nuovo direzione. A Bergamo sto completando il mio bagaglio di esperienze, anche se le avventure precedenti sono state tutte importanti per crescere".

Petagna non ha paura della Juventus, ha raccontato di aver pianto per il Milan e di essersi offerto all'Inter: "Come si batte la Juve? Possiamo vincere correndo più di loro: se facciamo il nostro gioco possiamo mettere in difficoltà chiunque. Di certo non ci scansiamo. Il Milan? Nell’estate del 2013 Galliani mi definì incedibilissimo. In pre-campionato segnai al Manchester City e nel Trofeo Tim. Con Pazzini infortunato ero l’altro attaccante a disposizione assieme a Balotelli. L’ultimo giorno di mercato il Milan comprò Matri. Quando lo venni a sapere mi chiusi nel bagno del ristorante e piansi. L'aneddoto sull'Inter? Giocavo negli Allievi del Milan. Ero in terza superiore, nevicava e non volevo andare a scuola. Litigai con il tutor, con tutti. Andai in quella che pensavo essere la sede dell’Inter. 'Dov’è il settore giovanile? Voglio giocare per voi'. Era la portineria della Saras, la sede della società di Moratti.

Venne Giuseppe Riso a riprendermi".

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