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Juve, l'Europa fa male: tiri, errori e quel muro...

Disastrosi i primi 45', meglio nella ripresa. Roberto para tutto, Pirlo palla al piede. Allegri sbaglia, ma gli attaccanti di più

Juve, l'Europa fa male: tiri, errori e quel muro...

Non basta giocare un tempo per vincere una partita. La Juve dovrebbe saperlo. Billy the Kid Morata ha detto ci sono, ma non ha trovato la pallonata da killer. L'Olympiakos ha mantenuto la tradizione che lo vuole castigatore per qualunque nobiltà europea ed ora ha fatto record (5 successi di fila in Champions ad Atene). E anche la Juve continua nella sua striscia negativa di sconfitte in trasferta. Pure per lei un bel record da tramandare (4 di fila) ed ora un grattar di capo per la classifica che la vede fuori dalla qualificazione. C'è tempo per rimediare, ma non sono più ammesse sconfitte. Juve sbagliata nella formazione iniziale (Pirlo palla al piede e Asamoah ininfluente) ed anche nell'approccio tecnico-mentale: nemmeno si blocchino i meccanismi della testa, quando gioca in Europa. Poi il cambio di uomini e di determinazione della ripresa potevano portare al gol. Juve che ha tirato tanto e male: un altro guaio che può portare guai.

Allegri non ha fatto in tempo a compiacersi per la scelta di Morata, scattante, frizzante e tempista nei colpi di testa in area, che poi gli è toccato mandarsi al quel paese per aver ancora creduto nel Pirlo posa piano, impreciso e combina guai spedito in campo. L'architetto, ieri sera, sembrava tornato agli ultimi tempi milanisti, quelli che legittimavano i cari saluti. I greci hanno fatto capire alla gente bianconera che non basta l'atmosfera di uno stadio caldo e ribollente per metterti in difficoltà. Contano anche quelli che vanno in campo. Olympiakos tosto, concentrato e guizzante nei giocatori d'attacco: dal barbuto Mitroglou alle due frecce nere, Masuaki e Kasami. E Dominguez, un misto di qualità e cattiveria, a produrre giocate allarmistiche. C'è voluto poco per capire: sei minuti e Dominguez ha cercato, su punizione, l'incrocio dei pali salvaguardati da una manona di Buffon. Campanello d'allarme che la Juve ha recepito, salvo non prenderci con i passaggi, sbagliare tocchi in percentuale oratoriale, sgranare gli occhi per gli errori di Pirlo e per la poca sostanza di Tevez.

Juve difensivamente debole in Ogbonna, senza gambe per correre dietro a Masuaku e Kasami, svolazzante in Lichtsteiner, centrocampo monotono, inutile in Asamoah: Allegri si sarà mandato a quel paese anche in questo caso. Per tutti solita mancanza di fantasia e gran fatica nell'opporre forza e organizzazione a solidità e compattezza dei greci. Leit motiv durato tutta la partita. E in questi casi le debolezze affiorano più facilmente.

Eppure la Juve ha rischiato di segnare gol sempre, nel primo e nel secondo tempo, anzi uno lo ha segnato con Tevez ma in evidente fuorigioco. Morata ha continuato nel solitario show cercando soluzioni e occasioni: nel primo tempo un po' precipitoso, nella ripresa devastatore d'area ed anche sfortunato. Insomma se ritmo e tenuta fisica fossero stati adeguati poteva uscirne il colpo basso ai greci già nel primo tempo. Invece Dominguez ha nuovamente suonato il campanellino con una incursione da sinistra, eppoi ha fatto il playmaker, qualche minuto più tardi, quando pescata una palla da un errore di Pirlo, ha avviato triangolo con Mitroglou e Kasami che ha chiuso l'azione perforando difesa aperta e Buffon indifeso.

L'inginocchiarsi della Juve è stato affare del finale del primo tempo. Nella ripresa Allegri si è liberato di Pirlo e, con Marchisio, la squadra ha trovato più sostanza fisica e alla lunga un pressing sui greci che avrebbe meritato il gol. Dominguez ha lanciato l'ultimo pugnale, servendo Kasami per un gol mancato dopo 14 minuti. Poi la Juve ha spinto i greci verso la loro area e, in parte, rivalutato la sua partita. E, a quel punto, il protagonista è diventato il portiere Roberto che ha respinto palloni come fossero palline da ping pong:una conclusione di Morata (stop e girata), poi quella di Tevez. Brutti segnali, poi autenticati dalle ultime due conclusioni degli attaccanti bianconeri: Morata che calcia, secco ma il portiere ci ha messo la mano, e la traversa ha fatto il resto. Infine la conclusione di Tevez, al minuto 40, che ha lasciato gli juventini senza parole davanti alla deviazione. Juve un po' sfortunata e poco precisa, Roberto salvagente finale dell'Olympiakos. In una partita ci sta: il portiere para e gli attaccanti sbagliano.

Come gli allenatori.

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