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Da Pinturicchio a Godot Nedved bacchetta Dybala

Il vice presidente: «Pensi ad allenarsi e sacrificarsi di più per la Juventus». Come Del Piero 17 anni fa...

di Tony Damascelli

Non c'è un caso Dybala ma potrebbe esserci. Parola di uno che se ne intende, Pavel Nedved, ex Pallone d'oro, ex anima e corpo della Juventus di cui oggi è vicepresidente ha spedito il messaggio sulla linea dell'utente desiderato: «A Dybala consiglierei di pensare ad allenarsi al massimo e di sacrificarsi di più per la maglia, badando maggiormente alla vita privata e ad altre cose». Parole ribadite davanti ai microfoni delle televisioni, dopo il sorteggio di champions, indirizzate all'argentino che sta attraversando un periodo di appannamento, si usa dire e scrivere così, quando un cristallo puro si fa vetro opaco, non luccica come abbagliava nella parte di avvio della stagione. Dybala, dunque, deve rimettersi a essere Dybala. Prima di lui, se qualcuno non ha smarrito, o perduto del tutto, la memoria toccò ad Alessandro Del Piero che, alla stessa età di Dybala arrivò a realizzare 32 gol in 42 presenze (21 reti in campionato su 32 partite), si fermò per un grave infortunio e tornò per due stagioni intorpidito, scarsamente reattivo, assente dal gol (18 in tutto in due campionati) al punto che un modesto difensore avversario, alla vigilia di una partita di campionato, confessò perfidamente: «Del Piero? Si marca da solo». La storia e non la cronaca consegnarono la gloria al capitano bianconero che superò la crisi e una specie di depressione non certo confortata dalle frasi dei suoi datori di lavoro, «È un cocco di mamma» disse Umberto Agnelli e il fratello Gianni «Da Pinturicchio a Godot».

Oggi Dybala riceve il tweet parlato e non scritto di Nedved che ha tutte le carte di credito per esprimere un giudizio in merito. Allegri, da tempo, continua a ripetere che il ragazzo debba lavorare e stare sereno. La panchina contro l'Inter non ha stimolato affatto la reazione del campione argentino che, al momento di entrare in campo nel quarto d'ora finale, ha mostrato un muso malmostoso, quasi insofferente alle parole che gli stava sussurrando l'allenatore. Quel fotogramma è il sottotitolo alle frasi di Nedved. Dybala deve allenarsi con la stessa intensità che lo ha portato a essere quello che tutti hanno scoperto e conosciuto, l'eccessiva esposizione mediatica, le copertine di France Football e di Vanity Fair, lo hanno celebrato oltre misura.

Ma non è certo soltanto questo a spiegare il calo di rendimento e di condizione. I due rigori decisivi sbagliati in campionato, altre prestazioni non esaltanti lo hanno sgonfiato, innervosendolo e trasmettendo malessere anche al resto della comitiva e insoddisfatto Allegri che a lui chiede di essere la carta in più, l'artista che decide partite difficili, l'uomo che cambia il gioco e, infine, il risultato. La gioia è diventata noia ma, nonostante i capricci, la Juventus resta in corsa e Nedved ha parlato al momento giusto, per l'uomo giusto.

Il resto appartiene al campo, che dice sempre la verità.

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