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Pioli centrifuga l'Inter "Farò il potenziatore Siamo da Champions"

«I nerazzurri non vogliono la normalità... Qui per esaltare le grandi risorse inespresse»

Pioli centrifuga l'Inter "Farò il potenziatore Siamo da Champions"

Davide Pisoni

nostro inviato ad Appiano G.

«L'Inter non vuole la normalità». Lo sa bene Stefano Pioli, allenatore interista da due giorni e tifoso nerazzurro da sempre, e quindi «pazza Inter amala» non è solo una canzone, ma una filosofia. Dalla full immersion alla Pinetina di mercoledì alle prime parole ieri nella sala stampa affollata, solo posti in piedi per i ritardatari. Lui si presenta puntuale, cravatta nerazzurra d'ordinanza, scortato dalla dirigenza. Raffica di domande, ma Pioli non batte ciglio forte della gavetta in giro per l'Italia che all'età di 51 anni l'ha portato sulla panchina della squadra del cuore. Attraverso un casting inusuale voluto dai proprietari di Suning, ma che non deve aver sconvolto uno che è passato per Zamparini e che ha lavorato con Lotito. «Sono un professionista che non lascia nulla al caso, lavoro tanto e ho uno staff competente sempre sul pezzo», ha detto ieri, parola più parola meno il concetto espresso anche ai cinesi ai quali «ho chiesto compatezza e unità, la proprietà è vicina».

L'Inter è la sua grande occasione. «Arrivo nel momento giusto», dice a testa alta calandosi in una realtà che il suo maestro Giovanni Trapattoni gli ha descritto come «una centrifuga e per resistere deve pensare solo al risultato». «Il Trap? Io penso che è più facile vincere se si gioca bene».

Non ha il carisma del Mourihno, quello del non sono «un pirla» al primo giorno di Inter, ma sa il fatto suo. «Normalizzatore? Ho cercato sul dizionario il significato, ma non penso che è quello che cerca l'Inter. Vorrei che a fine stagione mi definissero potenziatore perché vorrebbe dire essere riuscito a sviluppare il potenziale di questa squadra», dice Pioli. Quindi dallo Special One al potenziatore. In mezzo hanno fallito in nove perché il lavoro di allenatore si misura con i risultati, quindi si deve centrare l'obiettivo. Il successore di De Boer non si nasconde: «Possiamo andare in Champions, anche la Juve a questo punto l'anno scorso era dietro. Non vendo illusioni, ma abbiamo i valori tecnici, se ci mettiamo passione, se giocheremo con il cuore in mano, possiamo diventare una squadra forte. Darò tutto, pretenderò tutto».

E Pioli non a caso fa due nomi. Quando gli chiedono di Walter Samuel nello staff spiega il perché ha voluto l'ex muro nerazzurro al suo fianco: «Visto da fuori sul campo mi ha sempre dato l'impressione di una persona seria, umile. Ha i valori dell'Inter. Conosce l'ambiente, ci aiuterà a crescere». L'altro citato, è il suo capitano, quel Mauro Icardi che è un esempio per tutti: «Ci mette sempre impegno, sacrificio e volontà. E spero che continui a segnare così». Un messaggio alla truppa extralarge di 29 giocatori «tutti avranno un'occasione da qui al 21 dicembre, poi vedremo. Mettiamo da parte l'io e pensiamo da squadra».

Nel suo calcio che definisce molto intenso, importante è la condizione fisica che fino a questo punto è stata una nota dolente dei nerazzurri. Però Pioli guarda alla testa: «Divido i giocatori in due categorie: gli intelligenti e quelli poco intelligenti». Ovvio che i primi abbiano una corsia privilegiata con l'allenatore di Parma che inserisce Banega tra i primi e tra i principali indiziati a risolvere uno dei tormentoni interisti: la mancanza di un regista. «Non dobbiamo avere un solo giocatore che ci fa muovere la palla», spiega. Non vuole fare il rivoluzionario: «Non cambierò molto. Partiremo con la difesa a 4», la risposta intelligente. Il tifoso-allenatore Pioli inizia con il derby: «Abbiamo qualità importanti, possiamo far bene». Non guarda oltre, alla clausola nel contratto che permette ai cinesi di esonerarlo con buonuscita: «Gli allenatori dipendono dai risultati». La normalità per uno partito da Sanremo, «il ricordo più bello il gol che ha promosso in B il Parma», e arrivato a Milano. Una classica all'incontrario.

Si corre a primavera, a quel punto per Pioli l'Inter dovrà correre per la Champions.

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