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Il Pipita d'Arabia con la testa al Chelsea tormentone del Milan

Higuain ormai deciso ad andarsene. Gattuso spera in un gol per la svolta. Ma pensa a Morata

Il Pipita d'Arabia con la testa al Chelsea tormentone del Milan

Il volo che ha portato il Milan da Genova a Gedda è stato tranquillo anche se i rossoneri hanno incontrato una turbolenza chiamata Gonzalo che sta facendo traballare squadra e società. La situazione è ancora in evoluzione e l'atto finale, in un senso o nell'altro, arriverà dopo la sfida di supercoppa di mercoledì in Arabia ma la situazione è piuttosto chiara. Higuain vuole lasciare il Milan e andare al Chelsea. Gattuso farebbe carte false per tenerlo. Il Milan sta battendo il mercato a caccia dell'eventuale sostituto, con la zavorra dei paletti del fairplay finanziario. Non una turbolenza leggera, quindi.

Le parole del tecnico del Milan subito dopo la gara di coppa Italia contro la Sampdoria hanno avuto il sapore di un addio imminente. «In questo momento io non ho capito bene quali sono i malumori di Higuain. Speriamo che la butti dentro e che ci faccia alzare un trofeo e forse può cambiare qualcosa». Già queste frasi sarebbero chiare a sufficienza per far capire che il futuro dell'argentino non dipende dall'allenatore ma che la supercoppa potrebbe fare cambiare idea al bomber. Poi è arrivato il carico da 90. «Io posso dire tutto quello che voglio, ma decide l'entourage del giocatore e non decido io. Se dipendesse da me, lo invito a casa mia, lo chiudo in una stanza, gli butto da mangiare ogni 2-3 ore e chiudo la porta. Purtroppo non si può fare così». Il messaggio, a questo punto, non lascia spazio a interpretazioni ed è lo stesso già sentito per Bonucci in estate. Gattuso sta provando a convincerlo ma lui, Higuain, vuole fare la valigia. I perché di una rottura così netta sono molteplici. Il comportamento del giocatore è rimasto professionale al 100%. In campo si impegna sempre al massimo, nello spogliatoio scherza e fa gruppo come pochi altri. Eppure, le parole della società lo hanno innervosito parecchio. Lui era convinto che il suo prestito con diritto di riscatto fosse soltanto una formalità. Invece prima è arrivata la precisazione che la conferma arriverà soltanto in caso di qualificazione alla Champions, poi la strigliata di Leonardo che ha detto «rimanga e inizi a pedalare». Parole che non sono piaciute né al giocatore né tanto meno al suo entourage, non a caso citato da Gattuso.

Ma la via per Londra non è in discesa. Serve imbastire una trattativa non facile tra i londinesi, il Milan e la Juventus proprietaria del cartellino ed è necessario per i rossoneri trovare un sostituto di livello. La questione contrattuale è piuttosto complicata con i 36 milioni sul tavolo per il riscatto che la Juve non vuole perdere, oltre ai 18 pattuiti per il prestito. E il Chelsea, come politica societaria, ha deciso di non investire su trentenni anche se nel caso specifico c'è la volontà di accontentare Sarri che rivorrebbe il Pipita. Se i tasselli andranno al loro posto, al Milan servirà un centravanti, il solo, seppur scintillante, Cutrone non basta per l'assalto al quarto posto. La prima scelta sarebbe il polacco Piatek, già 13 gol in campionato, ma Preziosi non è intenzionato a privarsi del suo gioiello a gennaio e per giunta in prestito, unica operazione possibile per il Milan bloccato dal fairplay finanziario. Ecco allora più concreta l'ipotesi Morata che ha tanta voglia di tornare in Italia e che al Chelsea, proprio lì, gioca pochino.

Un puzzle da comporre, anche in fretta, per risolvere una turbolenza che agita non poco il Milan mentre la testa dovrebbe essere solo e soltanto sulla supercoppa.

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