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Da Pochettino a Sinisa e Deschamps. Ma quella telefonata di Agnelli a Pep...

Guardiola dice «non mi muovo» e intanto sente il presidente. Fra i papabili anche Simone Inzaghi grande amico del ds Paratici e l'«interista» Conte

Da Pochettino a Sinisa e Deschamps. Ma quella telefonata di Agnelli a Pep...

Torino Via con il toto-allenatore. Argomento che appassionerà per giorni. E magari anche per un paio di settimane, visto che la finale di Champions League è in programma il 1 giugno e vedrà protagoniste Tottenham e Liverpool: Pochettino da un lato, Klopp dall'altro. Due nomi già accostati alla Juve, specie il primo: contratto in scadenza nel 2023, ma anche qualche recente mal di pancia nonostante il prestigioso traguardo appena raggiunto. «Vado via se vinco la Champions? Forse anche se dovessi perderla». Tanto è bastato, ovviamente, per immaginare il 47enne originario di Virle Piemonte (toh) anche sotto la Mole: peccato che i 20 milioni che richiederebbe il suo contratto sembrino (siano) follia. Quanto al tedesco, arrivato alla seconda finale di Champions (mai vinta) di fila, ha un accordo fino al 2022 e appena un anno fa aveva spiegato che «dopo il Liverpool, mi prenderò un anno di pausa. L'ho promesso alla mia famiglia». Il profilo che stuzzica di più Agnelli risponde in ogni caso a Pep Guardiola: una telefonata tra i due risulta esserci stata dopo l'uscita del City dalla Champions, con reciproci complimenti e toni più che cordiali. Ieri, alla vigilia della finale di FA Cup, il tecnico dei citizens ha però ribadito per l'ennesima volta «non andrò a Torino. Sono soddisfatto di lavorare con questo club e con le persone che ci sono qui. La prossima stagione potrebbe non essere così buona, ma sarò l'allenatore del Manchester City». Siccome però anche Allegri pareva certo di restare in bianconero, meglio prendere il tutto con le molle e, intanto, considerare che l'attuale gruppo bianconero pare sufficientemente tecnico per piacere a Guardiola: due esterni difensivi che amano spingere (Cancelo e Alex Sandro), Pjanic in mezzo al campo, Dybala da rilanciare e via di questo passo.

Fin qui, nomi altisonanti. Cui va ancora affiancato Conte, nonostante sia ormai promesso sposo nerazzurro: la (sua) speranza è però dura a morire, quindi occhio. Altri papabili? Innanzi tutto Simone Inzaghi, ottimo amico del ds juventino Paratici e sempre competitivo con la Lazio. E poi anche Deschamps (campione del mondo in carica con la Francia, già alla guida della Juve in B), Sarri (in finale di Europa League con il Chelsea, contro l'Arsenal il 29 maggio), Gasperini, Mihajlovic e, last but not least, Mourinho.

Moratti ha già detto che la prenderebbe male: il che potrebbe anche significare che qualcosa di vero, sotto sotto, ci sia.

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