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Poco bella ma cinica e vincente. Questa Lazio non si ferma più

I biancocelesti faticano e la sbloccano solo nel finale Immobile segna su rigore e ispira Correa. Inzaghi gode

Poco bella ma cinica e vincente. Questa Lazio non si ferma più

La nuova Lazio non raggiunge gli apici del bel gioco della scorsa stagione e segna molto meno (tredici gol nelle prime nove giornate contro i 24 dell'ultimo campionato), ma continua a viaggiare a ritmi impressionanti, mantenendosi salda nella zona Champions della classifica. La squadra di Simone Inzaghi non è sempre bella ma più matura, visto che sta facendo il massimo per non prendere gol e lo aveva già dimostrato nella partita contro la Fiorentina. Oltre che chirurgica nell'affrontare e battere avversari che almeno sulla carta sono di caratura inferiore. Anche il Parma è stato sconfitto più con la pazienza che con il gioco: possesso palla superiore di dieci minuti, inizio lento dando l'illusione agli emiliani, bene organizzati in campo, di poter restare in partita, poi piede sull'acceleratore (grazie anche ai cambi, Berisha e Correa hanno avuto un impatto devastante sulla gara) nella seconda parte della sfida e finale in crescendo con i due gol del meritato successo. Anche perché D'Aversa ha deciso di togliere dalla contesa uno stanco Inglese, che da solo aveva tenuto in apprensione mezza difesa laziale. «È una serie A di livello superiore rispetto all'anno scorso, ecco perché è più difficile fare tanti gol», così Inzaghi. Che sta però pagando il momento non ancora felice di Luis Alberto e Milinkovic-Savic.

E nella vittoria di Parma non può mancare lo zampino di Ciro Immobile: un gol su rigore (il primo esterno della stagione dei sette già segnati, di cui 6 in campionato) e un assist per il 2-0 di Correa allo scadere sono la risposta all'amarezza vissuta in Nazionale dopo che Mancini lo ha declassato nelle gerarchie dell'attacco azzurro. Ma al di là del malumore vissuto in casa Italia, resta il fatto che Immobile dopo ogni sosta del campionato regala sempre il suo sigillo, quasi che ogni volta debba dimostrare qualcosa. Da quando Ciro veste la maglia della Lazio, nelle dieci gare giocate alla ripresa del torneo ha segnato 11 gol. E ora che è vicino a quota 100 nelle presenze in biancoceleste (le toccherà probabilmente giovedì a Marsiglia nella sfida di Europa League), le sue reti sono diventate 74.

«Cosa è successo dopo la Nazionale? Sono rimasto sereno, alla fine è una questione di scelte - così il bomber della Lazio che ha trasformato con rabbia il penalty scaturito dal netto fallo di Gagliolo su Berisha - Mancini conosce le mie caratteristiche, altrimenti non mi avrebbe convocato, bisogna solo trovare il modo di dare qualcosa in più. Oggi (ieri, ndr) ho fatto il gol per me stesso e per la Lazio e lo dedico a mia madre, perché è la giornata mondiale della lotta contro il cancro e lei ha passato dei brutti momenti». «Mancini è un bravissimo ct, ho detto a Ciro che il campo può far cambiargli idea e le gerarchie possono mutare», la chiosa di Inzaghi.

Che intanto si gode una squadra meno bella, ma comunque convincente.

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