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Prandelli e l'accusa ai club «Siamo lontani dall'Europa»

Preparazione inadeguata: "Senza grandi nomi servono grandi idee Il contratto? Se non lo rinnovano sto fermo e li tolgo dall'imbarazzo"

Prandelli e l'accusa ai club «Siamo lontani dall'Europa»

L'attacco è stato immediato, perentorio, quasi stizzito. «C'è una differenza di condizione fisica nei confronti della Spagna non dico imbarazzante, ma quasi. Dobbiamo lavorare molto, perchè serve l'intensità della corsa». Firmato Cesare Prandelli. Bastava vederlo a bordo campo per intuirne i cattivi pensieri. Il ct è stato esplicito e, nel caso specifico, ha visto giusto. Certo, attaccare la preparazione atletica (e di conseguenza i preparatori) del nostro pallone può sgravare da qualche problema, concedere un alibi, far dimenticare errori personali. Tanto per citare: perchè insistere su Thiago Motta e non provare Verratti? Oppure: perchè mai gioca Osvaldo, riserva di Llorente e Tevez, due che al mondiale non andranno? Meglio testare subito Destro e Immobile. Montolivo comincia a battere in testa anche nel Milan, perchè dovrebbe andare meglio in azzurro? E se Cerci è l'unica vera ala vecchio stile, sarà meglio provare un modulo (o un uomo) di riserva. Poi, chissà, quando tornerà Balotelli.... si sprecheranno odi et amo. In compenso, Prandelli ha scoperto in Paletta una ipotesi di titolare. E stavolta l'oriundo serve, a differenza di altri, perchè siamo a secco di difensori.

Ma l'attacco del ct al campionato costringerà a rivedere qualche concetto. O meglio avvalora la realtà di una serie A così scarsa che solo noi non ce ne accorgiamo. Sarà un caso se in coppa rischiano sempre figuracce? Non c'è mai certezza sulla bontà di una squadra, nemmeno sulla Juve. Va anche detto che una mediocre preparazione odierna potrebbe portare frutti domani. La stagione è a lunga gittata, i campionati sfiancano, le coppe anche di più, non a caso gli inglesi arrivano alle grandi competizioni sempre stremati. Potrebbe capitare pure agli spagnoli.

Ora è difficile pensare che i club italiani lavorino tutti male sul fattore fisico. Ma è vero che servirebbe un'evoluzione nella gestione della preparazione. Stefano Tirelli, preparatore atletico che ha lavorato con Capello, al Chelsea e con diverse nazionali, sostiene che le nostre squadre «dovrebbero avvalersi di più esperti internazionali, imparare tecniche nuove, aprirsi al confronto». Ci sono squadre in cui guardi il mappamondo per individuare tutte le provenienze. «In Italia c'è poco spazio per interrelazione culturale. Al Chelsea ci sono medici inglesi con fisioterapisti e massaggiatori da tutto il mondo. Negli staff di serie A c'è una sorta di barriera verso l'estero».

Ed è la stessa idea sulla quale Prandelli ha fondato le accuse e che porta avanti con idea vagamente “renziana“. Il cuore pende da una parte. Lo ha spiegato ieri, passata la brutta nottata: «L'Europa va veloce e noi dobbiamo metterci al passo con i tempi. Parliamo di calcio e sembra di parlare di politica e società: la nazionale e il calcio sono come il Paese.

Se non abbiamo grandi nomi e grandi numeri, dobbiamo sopperire con grandi idee». Poteva pensarci anche prima, ma meglio tardi che mai. Potrà consolarsi rivedendo i filmati di Inghilterra e Uruguay, uscite dalle grandi manovre afflitte quanto l'Italia: gli inglesi hanno vinto ma quanta mediocrità, l'Uruguay è stato salvato dal gol del pareggio di Alvaro Pereira, quello che all'Inter ha fallito, Costarica ha vinto ma impensierisce meno. Da questo gruppo l'Italia e Prandelli potrebbero ancora uscirne dignitosamente.

Intanto il ct ha comunicato 31 nominativi, fra serie A e B, da provare in uno stage di tre giorni all'inizio della prossima settimana, idee per un futuro più lontano: si va da Bardi (Livorno) e Scuffet (Udinese) a Romagnoli (Roma) e Murru (Cagliari), da Baselli (Atalanta) e Marrone (Sassuolo) a Zaza (Sassuolo) e Sau (Cagliari). E per chi fosse preoccupato sul futuro del ct, nessun problema: «Se trovo l'accordo bene, sennò resto fermo. Così tolgo tutti dall'imbarazzo, anche il sottoscritto: il mondiale è troppo importante». Ecco, appunto, una soluzione che eviterebbe dietrologie e cattiverie.

Tanto le squadre di suo interesse sono già sfumate.

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