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Processo a Vettel: assolto per aver commesso il fatto

Seb si scusa e si impegna a lavorare per la federazione Todt: «I campioni si comportino come tali. E se ricapita...»

Processo a Vettel: assolto  per aver commesso il fatto

Vince con una gamba sola, con assoluta facilità, guardando gli avversari negli occhi. Vince temporeggiando e prendendo tempo: pure troppo. Quando sul più bello Peter Sagan decide di lanciare lo sprint perde il pedale sinistro e lo slovacco campione del mondo è costretto a smettere di pedalare per rimettere il piede al posto giusto: nell'attacco che blocca la scarpetta.

Vince con disarmante facilità, Peter Sagan. E lo fa alla sua maniera: dando spettacolo. Il traguardo gli sorride. Sembra disegnato da lui e per lui: un chilometro tutto all'insù, che privilegia i corridori capaci di scattare. Dotati di potenza, agilità e alte frequenze. In verità sarebbe un traguardo perfetto anche per un corridore che non c'è, perché costretto a sostare in una camera di ospedale, dove Alejandro Valverde è ricoverato da sabato sera dopo la spaventosa caduta nella crono di Düsseldorf, e per questo operato nella notte per ridurgli la frattura della rotula. Per la cronaca, ieri il murciano ha incominciato a tempo di record la rieducazione: anche in questo è davvero un fuori categoria.

Un traguardo che sorriderebbe anche ad un corridore come Philippe Gilbert, ma non c'è neanche lui, nel senso che non lo si vede, non si presenta al momento giusto per la recita finale sulla Côte des Religieuses, dove è posto il traguardo di Longwy. In compenso si fa trovare al posto giusto e nel momento giusto Peter Sagan, che fa di tutto e di più. Alle sue spalle si devono accontentare del piazzamento Matthews, Daniel Martin e Van Avermaet, quinto il nostro bravissimo Alberto Bettiol, 23 anni, al suo primo Tour. «Sto vivendo un sogno ed emozioni indescrivibili dice il ragazzo toscano che corre per l'americana Cannondale -. Oggi il traguardo era davvero duro, ma sono riuscito a restare con i migliori. Sagan? Lui è semplicemente pazzesco».

Per il corridore slovacco è l'8° successo al Tour (dove può vantare anche 18 secondi posti e 9 terzi, ndr). In totale porta a 96 la sua personale contabilità di vittorie in carriera. «Non è stato facile, perché ho fatto la volata con una gamba sola dice divertito il campione del mondo -. No, scherzo, vincere non è mai facile. Nel momento esatto in cui ho deciso di lanciare lo sprint mi si è sganciato il piede dal pedale. Ho vissuto un attimo di panico, poi sono stato bravo e veloce a rimediare. Poi anche bravo e veloce a tenere la testa e a resistere al ritorno di Matthews. Insomma, ho perso il pedale, ma ho vinto».

La corsa entra nel vivo quando al traguardo mancano 10 km e il francese Lilian Calmejane viene ripreso. Il transalpino fa parte con De Gendt, Perichon e Hardy, di un gruppetto andato in fuga dopo pochissimi chilometri dal via e che condizionerà tutta la tappa.

Oggi quarta frazione, Mondorf les Bains (Lussemburgo)-Vittel di 207,5 chilometri. Si riparte con il gallese Geraint Thomas sempre in maglia gialla. Seconda grande opportunità per gli uomini veloci (un solo gpm di 4a categoria ai -37 km).

Tappa priva quindi di grandi difficoltà, anche se il pericolo maggiore potrebbe venire dal vento.

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