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Toh la serie A si ricorda che i gol li fanno i bomber

Toh la serie A si ricorda che i gol li fanno i bomber

Si torna al classico nella via del gol in questa serie A. Riecco il centravanti. Puro, purissimo. Torna di moda il numero nove. Al bando il falso nueve. D'altra parte ci ha rinunciato anche il Barcellona dall'arrivo di Luis Suarez. E adesso chi ce l'ha un ariete se lo tiene stretto, vedere il maxi rinnovo che il Bayern Monaco ha offerto Lewandowski. Piuttosto Carlo Ancelotti lo avrebbe incatenato all'Allianz Arena.

L'Europa insegna e l'Italia schiera artisti del mestiere, ma anche bomber alla terza, quarta, decima vita professionale o giovani di belle speranze. Senza distinzione di passaporto: dal Sudamerica all'est Europa fino agli autoctoni. Tatticamente nessuno rinuncia al punto di riferimento, all'uomo d'area. E non ci sono vie di mezzo. L'identikit ideale deve rispondere a requisiti precisi: centimetri, chili e muscoli. Il tutto accompagnato da una dose di vena realizzativa, senza dimenticare di partecipare al gioco e dare una mano in difesa.

Due nomi su tutti: Gonzalo Higuain e Mauro Icardi. Ovvero mister novanta milioni e il «miglior 9 al mondo» per l'amata Wanda Nara. Il Pipita, solo due volte titolare e 4 gol fatti, segna ogni 54'; il nerazzurro ha messo la firma su sei delle sette reti della sua squadra. Decisivi è un eufemismo. Dopo Inter-Juve, Allegri è stato bersagliato per non aver schierato titolare Higuain. Mercoledì il segnale: gioca e i campioni d'Italia ritrovano la testa. Difficile d'ora in avanti vederlo in panchina. Dopo quel maxi investimento fatto proprio per colmare l'unica lacuna della Signora: un bomber di razza. Invece De Boer non ha mai rinunciato a Icardi e nelle ultime uscite ha «armato» il suo capitano: cinque reti in tre gare, tre vittorie e capocannoniere.

I due argentini hanno cucito sulla maglia proprio il nove. Come Dzeko. Già il bosniaco degli errori. Dopo una stagione di critiche, un preliminare di Champions così così, Spalletti l'ha riproposto in campionato: bottino di quattro gol. E se si prende proprio il poker di gol come cifra di riferimento, nove, appunto, sono i giocatori che hanno almeno già raggiunto la quota: due «intrusi», l'ala del Napoli Callejon e la rivelazione dell'Atalanta Kessiè.

Per il resto tutti centravanti. Come Carlos Bacca già a cinque centri. Eppure finito in panca a Genova contro la Sampdoria. Al suo posto Lapadula nove rossonero solo di divisa perché il colombiano si è subito rifatto con due gol decisivi di fila. A partita in corso o titolare, segna sempre. Strana la sua storia: in estate era già stato ceduto, Montella non si era strappato i capelli. Poi è rimasto, ha avuto anche un confronto con l'aeroplanino prima della Samp, e ora sta trascinando il baby Milan.

Tra bomber alla fine ci si capisce sempre. Loro vedono solo la porta. E non è questione di età. I punti del Cagliari portano la firma dell'eterno Borriello, quelli del Torino del giovane azzurro Belotti. E attenzione appena si ferma il centravanti è notte fonda: chiedere a Rastelli e Mihajlovic. Oppure a Sarri: Milik è uno che vede doppio. Nel senso che segna solo doppiette e porta il 99 sulla schiena. Contro il Genoa è rimasto a secco come il Napoli, questo il problema più dei rigori. La Fiorentina aspetta ancora Kalinic per cambiare marcia. Che molto dipenda dal nove lo conferma Muriel: è partito col botto e la Samp volava, Luis si è inceppato e la squadra si è fermata. Insomma «dove vai se il 9 non ce l'hai». A Bologna lo indossa Verdi che però si inventa gol alla Van Basten. È la magia di un numero: Mario Balotelli l'ha appena preso lasciando il 45 e segna a raffica per il Nizza primo in Francia.

È proprio la stagione degli attaccanti, lo dicono i numeri di una Serie A che segna più delle ultime due stagioni, su 49 partite ne conta nove con un gol fatto ma più della metà (29) con almeno tre. E sono solo tre gli zero a zero. L'impressione dopo un ottavo di torneo e che lo scudetto se lo giocheranno le squadre con un nove da paura fino alla fine, senza dimenticare la difesa.

Sulla giostra del gol c'è posto per tutti, ma a ogni giro bisogna segnare. È la dura vita del centravanti.

Un po' meno dura Higuain e Icardi.

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