Brasile 2014

Psicodramma nazionale

Quello che dobbiamo abituarci a vivere negli anni pari non bisestili

Psicodramma nazionale

Al minuto 33 del secondo tempo, Luisito Suarez ha fatto quello che avremmo voluto fare in tanti a Chiellini, da quando gioca in azzurro: lo ha morso.

Al minuto 20 del primo, Balotelli ha tenuto la sua media, che prevede di avere all'attivo sempre più ammonizioni che gol.

Cassano voleva tanto giocare in nazionale. Anch'io, ma nessun ct mi ha mai convocato.

In due partite zero parate del portiere avvversario.

Marchisio allunga, dopo Zola '94 e Totti 2002, la lista degli italiani espulsi solo perché sono italiani.

L'eliminazione della nazionale di Lippi 2010 doveva segnare la rifondazione del calcio italiano: in effetti in Brasile abbiamo fatto un punto in più e finiamo il girone terzi invece che ultimi.

In Brasile faceva un po' caldo: che sfiga, come si faceva a prevedere?

L'Uruguay in Brasile ha giocato le partite della vita, pieno di tifosi scatenati: che sfiga, come si faceva a prevedere?

Su 60 milioni di abitanti, in Italia ci sono zero attaccanti.

Quando Italia di Rivera usciva al primo turno nel '62, '66, 74, c'erano 16 nazionali. Quelle di Lippi e Prandelli sono uscite subito in tornei da 32.

Dopodiché ok, l'arbitro messicano non ha aiutato. Ma non è per questo che torniamo a casa. Dalla tv brasiliana, i telecronisti di Rete Globo, che certo non amano alla follia l'Uruguay da almeno 64 anni, hanno infierito più sul gioco italiano che sul signor Rodriguez. Fine della storia e di una nazionale che tra un paio d'ore finirà nell'oblio.

Avendo semplicemente raccolto quello che si semina, da anni, nel calcio italiano.

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