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Pugilato, Mike Tyson ingannava l'anti-doping con un pene finto

Il pugile ha ammesso di avere combattuto più match sotto l'effetto della cocaina. Passava i controlli grazie all'urina di un assistente

Pugilato, Mike Tyson ingannava l'anti-doping con un pene finto

Un pene finto e l'urina "pulita" di un complice, da utilizzare per eludere i controlli anti-doping e ottenere risultati sempre negativi. È un trucco ben noto agli atleti, che molti hanno utilizzato in passato e che ha aiutato anche Mike Tyson.

Un articolo pubblicato dal britannico Mirror anticipa uno dei dettagli controversi che emergeranno dall'ultima biografia del pugile. In The Undisputed Truth, Tyson spiega infatti come per anni sia riuscito a superare ogni controllo anti-doping, pure se - per sua stessa ammissione - più volte è salito sul ring sotto l'effetto di cocaina e marijuana.

Il meccanismo ben oliato ha funzionato sempre, a partire da quel match nel 2000, combattuto contro Lou Savarese ad Hampden Park, dopo il quale Tyson fu trovato positivo per l'unica volta nella sua carriera. Un assistente del pugile gli forniva l'urina pulita con cui riempire le provette dell'anti-doping. E un pene finto faceva il resto.

"La storia di tutte le guerra è una storia di droga", si giustifica Tyson nella sua auto-biografia. "Tutti i grandi generali e combattenti erano drogati in battaglia. E 

538em;">così anche io".

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