È stata una preparazione tecnica lunga e laboriosa, quella della Ferrari a Singapore, iniziando da prove libere non brillanti, a lungo con gommatura Soft, mentre i maggiori contendenti già filavano in Ultra-Soft, a dimostrazione di quanto difficile e impegnativo sia questo tracciato, per le caratteristiche d'autotelaio, con uno sfogo velocistico importante, ma troppo spesso incerto. E sempre con quelle Rbr in contrasto prestazionale, per sospensioni e motricità, con qualche riserva nel conseguimento delle massime velocità. Oltre a un confronto con una British-Mercedes che sembrava in grado di prevalere. Si pensi, allora, che questa volta la superiorità del binomio Vettel-Ferrari, con la sua pole, è stata pari allo 0,32% sulla Rbr di Verstappen e addirittura è dello 0,63% su Hamilton-Mercedes, esattamente lo stesso distacco che, in senso inverso, è stato calcolato a Silverstone e un soffio meno a Monza. Un bilancio tecnico davvero lusinghiero, che, d'un colpo, è passato dal lungo confronto Ferrari-Mercedes all'inatteso Ferrari-Rbr. Nulla da eccepire per le doti di stabilità, di deportanza, di sfruttamento-pneumatici e di motricità dimostrate a lungo dalla monoposto di Milton Keynes.
Ma senza troppa convinzione per le sue reali velocità di punta, in funzione delle potenze dimostrate su tante piste precedenti.
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