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Quando Lippi fermò Matrix al Milan e cento altre storie

Sgarbi tra cugini. Ibrahimovic, Vieri, Pato, Seedorf, Pirlo, Roberto Baggio, Cassano: 26 giocatori in 15 anni hanno vestito le due maglie. E altrettanti non ci sono riusciti

Quando Lippi fermò Matrix al Milan e cento altre storie

Lo Zlatan è rimasto lì sullo stomaco per due anni, Adriano Galliani aveva fatto intendere a più riprese che lo svedese era già del Milan, poi Calciopoli ha spedito i rossoneri fuori dall'Europa, e lui è andato all'Inter che giocava la Champions. Solo qualche anno dopo Alessio Secco, all'epoca del trasferimento direttore sportivo della Juventus, ha rivelato che quell'estate l'Inter fu l'unica società ad aver presentato un'offerta ufficiale per il cartellino di Ibrahimovic.

Al Milan arriverà nel 2010/2011 via Barcellona, non un passaggio diretto ma di sponda, 25 in totale solo dalla stagione 1999/2000, quando Maurizio Ganz passa al Milan: «Basta!Perchè lui sempre titolare e io no?», lui era Ronaldo. Lo Zlatan con 61 presenze e 42 gol è stato uno dei trasferimenti più concreti, in termini di resa solo Clarence Seedorf ha fatto meglio, 47 reti in dieci anni con la maglia rossonera dopo tre anni di Inter. Ma dietro l'immagine patinata di bravi ragazzi, Milan e Inter hanno sempre cercato di portar via qualcosa all'altro, colpi bassi, ferite. Marco Materazzi ha confessato che nel 2005/06 è stato molto, ma molto, vicino al Milan: «Mancini non mi voleva - ha detto il campione del mondo-. Mi aveva detto di andarmene ma io volevo restare anche per giocarmi bene un posto al Mondiale. Il Milan mi voleva, a impedire che la cosa si concretizzasse ci si mise Marcello Lippi: "Stai tranquillo - mi disse-, se anche non giochi titolare nell'Inter, una maglia azzurra è tua". E così non firmai per il Milan e restai all'Inter».

Altro colpo mai chiuso è stato quello di Paolo Maldini all'Inter. Tutto accade a New York quando Massimo Moratti incontra Paolino scaricato da via Turati: «Uè, ciao, perchè non vieni a lavorare all'Inter?». La notizia e tutto il retroscena finiscono in prima pagina, allora Moratti corregge il tiro: «Mannò, era solo un attestato di stima, gli ho chiesto cosa stava facendo ma non intendevo fare riferimento a un ruolo di allenatore o dirigente». Intanto c'ha provato. Il più clamoroso però sarebbe stato il Principe in maglia rossonera. Vero o falso qualcosa c'è stato e addirittura alla immediata vigilia di un derby, proprio come oggi. All'epoca c'è Leonardo sulla panchina nerazzurra e con l'arrivo di Giampaolo Pazzini per Diego Milito gli spazi si sono ridotti. Lo vuole il Milan, escono anche i dettagli dell'operazione, quattro milioni d'ingaggio, triennale, 8,5 mln all'Inter. Che puzza è la notizia destabilizzante alla vigilia del derby. Leonardo va via e arriva Gasperini, durante la conferenza stampa di presentazione della stagione ha accanto Javier Zanetti. A un certo punto un gruppo di cronisti cinesi che si dice ben informato, chiede a Zanetti quando andrà al Milan. Stupore generale. I cinesi replicano che sanno per certo che Silvio Berlusconi lo vuole in rossonero e a Silvio Berlusconi nessuno ha mai detto di no. Sono momenti di terrorismo psicologico allo stato brado. E Kakà all'Inter? C'è andato vicino tanto così. Ricardino era al Madrid e Josè Mourinho aveva capito che ormai il brasiliano aveva dato. Allora chiama l'Inter e gli fa la proposta: «Kakà per Maicon... a me piace». Josè spesso ha preteso troppo dal suo carisma ma qui poteva contare anche sulla presenza di Leonardo all'Inter che poteva facilitargli il colpo. Gli show di Cassano nei giorni di presentazione in rossonero e poi in nerazzurro meriterebbero un libro a parte. Gli ultimi due tentativi a vuoto però sono stati clamorosi. Eto'o al Milan, stoppato solo dal Cavaliere all'ultimo istante, era già tutto pronto per i test medici alla clinica la Madonnina, e Pato all'Inter, molto più vicino di quanto si pensi.

Continua.

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