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Quando la medaglia è questione di peso

nostro inviato a Rio de Janeiro

È per eccellenza il concetto meno olimpico da esprimere eppure il più sportivo da fare. E per via di questa evidente contraddizione, alla fine, resta sempre relegato nei cassetti del pensiero. Questa volta no. Per cui, finalmente, diciamolo: le medaglie di uno stesso colore non hanno lo stesso valore.

Ecco. Fatto. Prendiamo il premier Renzi rimbalzato sabato tra siti olimpici e capace in poche ore di creare pressioni non richieste a tutti gli atleti della spedizione italica, preso com'era nella parossistica caccia all'oro numero 200. Il presidente del consiglio non si è accorto che poi l'oro è arrivato. Anzi sono arrivati. Solo che colora di bronzo e di argento. Il bronzo di Gabriele Detti nei 400 stile; l'argento della coppia Cagnotto-Dallapè nel sincro.

Come il premier, è anche il Paese. Colpa delle olimpiadi e del medagliere e della conta internazionale a chi è più virile in quanto a ori e argenti e bronzi. Per cui si perde di vista che il discorso meno olimpico da fare ma più sportivo e giusto che ci sia è dire finalmente che un bronzo nel nuoto o nell'atletica o nel ciclismo vale l'oro in altre discipline. Potremmo restare qui per ore a dire che no non è vero, che gli ori passati della Vezzali, quelli della Errigo e di Montano e della scherma tutta valgono oro punto e basta e tanto quanto gli altri. Ma sarebbe un mentire a noi stessi. Per non dire del tiro a segno e Campriani non se ne abbia, del tiro a volo e Jessica non si scocci, dell'arco e Galiazzo non s'incacchi. Che poi Galiazzo non si arrabbia mai pacioso com'è.

Questione di praticanti. Milioni contro migliaia. È una sacrosanta precisazione olimpica questa. Perché il nuoto è un movimento sportivo talmente diffuso e radicato ovunque nel mondo e in certi paesi, si pensi agli Stati Uniti, all'Australia addirittura dentro l'anima di quelle genti, che se poi un italiano afferra il podio, ennò: il suo bronzo non è bronzo. E a parità di bronzo con la scherma, il tiro e il vattelapesca, non è bronzo ma oro. Però non è bello fare queste distinzioni. Invece è bello archiviare l'impresa di un Detti sul gradino più basso del podio o di un Donato a Londra 2012 terzo nel lancio triplo come «massì, bella soddisfazione... però ditemi dell'oro di Molmenti nel kajak... Ma quanto è stato bravo quel ragazzo...».

BCLuc

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