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"Quando mi invento numeri del genere sorprendo me stesso"

Vincenzo Nibali si gode il trionfo alla Milano-Sanremo: "Sagan? Mi ha soriso"

"Quando mi invento numeri del genere sorprendo me stesso"

Nel finale affianca Peter Sagan, lo guarda in faccia, e si scambia qualche battuta. «Niente di particolare racconterà poi il campione siciliano -: siamo amici, gli ho chiesto solo se a quel punto si sarebbe giocato le sue carte allo sprint. Ma lui mi ha solo sorriso, non mi ha detto niente».

Se le cose sono andate davvero così, non lo sapremo mai. Una cosa la sappiamo: come è andata a finire. Ed è andata a finire benissimo, per tutti. Alla fine anche per Peter Sagan, che questa corsa continua a non vincerla, ma se deve perderla, per dirla con Sagan «meglio che la vinca Enzo, che qualcun altro... Lui è un amico, ed è un grande corridore. Va bene così».

Solo grazie all'istinto di un corridore nato per correre, la sua vittoria non è più cronaca, ma è immediatamente storia. «Quando mi invento cose del genere, non so neanch'io come faccio».

Interrompe l'astinenza italiana che nella corsa più lunga e affascinante durava dal 2006: il primo dominatore di grandi Giri a conquistare la Riviera dopo l'impresa di Bugno nel 1990, non è proprio un caso. «Forse il segreto è che me la cavo in tutto, ma non sono un super in niente. Sono un corridore antico, che corre ai tempi nostri. Mi piacciono i Grandi Giri, ma anche le classiche di un giorno non sono male. Due Lombardia, una Sanremo, adesso mi piacerebbe arricchire la collezione».

«Cosa ho fatto non lo so nemmeno io: volevo proteggere Colbrelli, poi ho allungato e ho sentito di avere 20 secondi, così ho tirato dritto senza mai voltarmi», racconta Nibali, fra riso e commozione, stringendo moglie e figlia, incassando l'amore di chi, sul traguardo come a casa, gli è grato per un'altra giornata di imprevedibile emozione come soltanto lui sa regalare.

«Dovevo improvvisare qualcosa, non sono uno veloce: ho capito di avere gambe buone, ho giocato da attendista. Me la sono goduta solo nei 50 metri finali, quando ho visto che non mi prendevano più: la Sanremo è un'emozione unica, non è la mia corsa ma a volte la fortuna ti sorride. Volevo vincere una grande classica, quest'anno: l'ho già vinta.

Ma siamo solo all'inizio, e l'inizio non poteva essere migliore», dice con gli occhi lucidi di chi sospetta di aver fatto qualcosa di grande.

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