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Quando la Signora è un po' stanca si scopre Ronaldo-dipendente

Allegri tiene in panchina il portoghese con l'Atalanta, ma la difesa si distrae e deve correre ai ripari. Per non perdere mai

Quando la Signora è un po' stanca si scopre Ronaldo-dipendente

Torino Il post su Instagram in cui torna verso il centro del campo con il pallone sotto braccio e il pugno opposto alzato sfiorava ieri pomeriggio i quattro milioni di like. Cristiano Ronaldo, però, non è solo immagine: è sostanza, concretezza, voglia di non mollare mai. Poi, certo, esiste anche la formidabile macchina da marketing che lo accompagna da anni: soprattutto, però, CR7 resta un calciatore. Fenomenale, nonostante i 33 anni: per questo lo ha voluto la Juventus. Fino adesso, ovviamente, missione compiuta: campionato più che prenotato, qualificazione agli ottavi di Champions in carrozza nonostante due sconfitte ma con il passaggio del turno mai in bilico e, anzi, ipotecato dopo le prime tre partite -, minutaggio che lo riguarda quasi fuori da ogni logica (1545' in campionato, 105 in più di Bonucci) e gol segnati in linea con le aspettative. Nel dettaglio, dodici in serie A e uno (solo) in Coppa, dove non ha giocato sempre causa squalifica (il rosso di Valencia, per chi se lo fosse dimenticato) lasciando per il momento lo scettro a Dybala (5).

Siccome succede però che anche i supereroi debbano fermarsi per tirare il fiato, perché parole di Allegri - «dobbiamo averlo al meglio a marzo», ecco che a Bergamo CR7 si accomoda inizialmente in panchina. Salvo essere (ri)chiamato d'urgenza quando le cose si sono messe male. Avrebbe anche potuto fare finta di niente, il tecnico bianconero: ai fini della lunga corsa verso il tricolore non sarebbe probabilmente cambiato niente in caso di sconfitta, però la Juve è la Juve e nulla da queste parti viene regalato se non dopo averci provato fino alla fine.

La storia ha il suo inevitabile lieto fine, almeno dal punto di vista dei tifosi bianconeri: tredici minuti dopo l'ingresso ingresso in campo, il portoghese segna - di testa, per la prima volta in stagione - il tredicesimo gol da juventino. Zero concessioni alla platea, stavolta: solo la voglia di tornare in fretta verso il centro del campo per provare a vincere anche questa partita. Non succederà, ma intanto il suo atteggiamento ha colpito: bulimico, cannibale, voglioso, cattivo nel senso migliore del termine. Tutte caratteristiche che Andrea Agnelli adora, se è vero che «l'obiettivo di chiunque indossi la nostra maglia, fin dagli Under 8, è quello di vincere».

Pare juventino da sempre, Ronaldo. Questo è il fatto. Al punto che adesso la Signora potrebbe scoprirsi CR7 dipendente pur non volendolo, semplicemente perché nessun allenatore vuole legarsi mani e piedi a un solo giocatore. Con un fenomeno del genere in squadra, però, può accadere. Sia per il rendimento tecnico che per il contributo psicologico che uno così sa regalare ai propri compagni: trascinatore, ecco. Imprescindibile. Capace anche di nascondere alcune pecche del gruppo. Con una difesa che a Bergamo, dopo sei clean sheet di fila, ha ballato come raramente in stagione.

Qualche segnale di stanchezza/sfaldamento c'era già stato di recente: la pausa, dopo il match casalingo di domani contro la Samp, giungerà a proposito.

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