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Con il solito superTotti torna la squadra scudetto

Tre reti in mezz'ora per stendere il Chievo e pensare al Bayern. Garcia scatena i suoi: Destro, Ljajic e il capitano lo accontentano

Roma Il grido di battaglia di Rudi Garcia trasmesso da buon capobranco di lupi (termine coniato dallo stesso tecnico) alla vigilia della sfida con il Chievo sortisce l'effetto sperato. Quei lupi giallorossi con una ferita ancora aperta, quella del pomeriggio rovente di Torino dal quale era uscita sconfitta tra le polemiche, fanno un solo boccone in 33 minuti del malcapitato Chievo di Corini. Non saranno i sei gol che il Bayern, prossimo avversario europeo martedì all'Olimpico, infila al Werder Brema in Bundesliga ma la Roma decide di rallentare i ritmi una volta ottenuto il tris di reti, sufficiente a rimpinguare la classifica. «Non ci siamo riposati, diciamo che abbiamo gestito la partita», così un sereno Garcia nella pancia dell'Olimpico, pronto a "divertirsi" contro i campioni di Germania.

La squadra giallorossa riparte da dove si era fermata prima della tappa nella tana dei bianconeri, ovvero con una vittoria facile, messa in bacheca in fretta e furia e senza grandi difficoltà. Con la consapevolezza che la squadra sta crescendo di partita in partita, anche negli elementi forse meno pubblicizzati (vedi il Yanga-Mbiwa, partito come quarto nella gerarchia dei centrali difensivi e ora a suo agio come titolare). E la grande soddisfazione del condottiero francese, che ha scosso l'ambiente con il prematuro quanto azzardato annuncio di una vittoria finale del campionato.

Il sesto sigillo della stagione in campionato consolida poi un record saldamente in mano alla truppa di Garcia: sei gol realizzati nella prima mezz'ora di gioco e 10 nei soli primi tempi (su 14 totali). Una netta inversione di tendenza rispetto alla passata stagione, quando la Roma arrivava al successo solo nella seconda parte degli incontri. E il tecnico francese, con il successo di ieri, ha già superato nel numero di vittorie casalinghe tutti i suoi immediati predecessori (Luis Enrique, Zeman e Andreazzoli).

Che la partita con il Chievo fosse quasi più importante di quella europea, a livello psicologico dopo il k.o di Torino, lo si vede dall'undici scelto da Garcia. Ci sono Totti e De Rossi, il primo più riposato rispetto ai tanti nazionali della Roma, il secondo recuperato dopo un mese di stop. E a parte i due centrali di difesa, Destro e Ljajic, in campo vanno i titolari dell'ultimo periodo.

Dalla “sviolinata” di Garcia allo Stadium di Torino, i segnali distensivi del presidente Pallotta verso i rivali bianconeri e quelli più battaglieri di De Sanctis e dello stesso tecnico a poche ore della ripresa del campionato, si passa così all'assolo di ieri dei tre tenori dell'attacco giallorosso. Che ridanno finalmente la parola al campo e a un verdetto mai in discussione. Destro si conferma killer implacabile dei veneti (sette gol segnati in carriera compreso uno in coppa Italia), Ljajic torna al gol all'Olimpico dopo sei mesi – segnò al Chievo anche con la maglia della Fiorentina nel 2012 - dimostrando di sapersi sacrificare anche per la squadra, Totti – oltre a offrire l'assist per il serbo – sale a 237 centri in A con il rigore procurato da De Rossi (cintura di Dainelli in area) e potrebbe fare crollare l'Olimpico con un tiro a girare che meriterebbe migliore fortuna. L'ottimo stato di salute psicofisica del capitano a 38 anni stupisce di settimana in settimana.

Il Chievo, dopo il doppio svantaggio, alza il raggio d'azione dei due laterali Sardo e Biraghi, regalando un piccolo sprazzo di reazione. Poca cosa per una Roma vogliosa di cancellare la pagina amara di Torino.

E iniziare la corsa a quel sogno che per Garcia è assolutamente alla portata dei giallorossi.

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