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Quanto sei stanca Roma quand'è sera... Giallorossi a processo

I giocatori corrono meno, poco turnover In 7 giorni ha messo a rischio una stagione

Quanto sei stanca Roma quand'è sera... Giallorossi a processo

Roma La prima poteva essere un caso, la seconda è stata un indizio, ma la terza sconfitta consecutiva assomiglia a una sentenza: è allarme giallorosso, la Roma è entrata in riserva nel momento più caldo della stagione e in otto giorni è riuscita a compromettere tutti i suoi obiettivi. Tre ko di fila non si vedevano dal primo anno di Garcia, ma in quel caso furono indolori perché arrivarono nelle ultime giornate di campionato e a giochi già fatti; nel 2011, invece, un identico filotto negativo costò la panchina a Ranieri.

Per ironia della sorte a destabilizzare quella che sembrava una squadra capace di restare in scia alla Juve e di planare comodamente sulle finali di coppa Italia e di Europa League è stata proprio la Lazio, che battendo i cugini da un lato gli ha tolto certezze e dall'altro ha indicato a tutti quali sono le armi per metterli in difficoltà: sia i biancocelesti che il Napoli, infatti, hanno domato la Roma alzando i ritmi e surclassandola atleticamente.

Se si considera che quella di Sarri è la squadra che corre di più in serie A e che in media copre 110,220 km a partita (dati della Lega Calcio), colpiscono le performance fornite contro i giallorossi nell'ultima settimana: la Lazio ha percorso 117,779 km, i partenopei 117,419. E anche a Lione è successo qualcosa di simile. Nei primi 45' la Roma è riuscita a governare la partita facendo valere la sua maggior qualità tecnica, ma quando i francesi hanno spinto sull'acceleratore la stanchezza di una squadra in cui giocano sempre gli stessi è emersa in modo netto.

Spalletti nega che la squadra sia stanca ma allo stesso tempo più volte, in tempi non sospetti, ha accennato alla scarsa profondità della rosa. Il mercato di gennaio non ha colmato le lacune perché il club era a corto di liquidità e non ha potuto regalargli altro che Grenier, dopodiché ci si è messo anche il nuovo infortunio di Florenzi a complicare le cose. Resta il fatto che nella Roma ci sono alcune risorse non sfruttate: se l'allenatore ha il merito di aver valorizzato giocatori come Fazio e Emerson, altrettanto non si può dire di Vermaelen, Paredes e Gerson (pagato ben 16 milioni), così come lascia perplessi lo scarsissimo utilizzo di Totti.

Il rapporto col capitano (che mercoledì notte si è lasciato sfuggire un sibillino «Se mi manca Roma? Quella manca a tutti») è uno degli ostacoli al rinnovo del contratto di Spalletti. Che pubblicamente afferma di voler legare la sua permanenza alla vittoria di un trofeo e alla riconferma del numero 10, ma in realtà pretende garanzie sui rinforzi per la prossima stagione e intanto prende tempo per capire cosa succederà sulle altre panchine: quella della Juve, ma soprattutto quella dell'Inter.

A fine settimana prossima arriverà nella capitale il presidente Pallotta e si presume che l'incontro faccia a faccia col tecnico possa essere risolutivo, in un senso o nell'altro. Prima però c'è da rialzare la Roma e per farlo bisogna recuperare un po' di energie: a tale scopo è possibile che domani a Palermo qualche «big» venga tenuto a riposo: fuori Manolas per squalifica spazio a Juan Jesus, probabile anche l'utilizzo di Mario Rui al posto di Emerson, in dubbio anche la presenza dei pilastri Nainggolan e Dzeko.

Perché nella partita di ritorno con il Lione in cui sarà necessario raschiare il fondo del barile.

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