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Per questo calcio ci vorrebbe un dittatore

Se nemmeno la doppia gestione commissariale è in grado di rimettere in riga il calcio italiano, bisognerà fare il tifo per un vero dittatore

Per questo calcio ci vorrebbe un dittatore

Grande è la confusione sotto il cielo del calcio italiano e non si può certo dire, per fare il verso a Mao, che la situazione sia eccellente. Anzi sta precipitando verso una crisi ancora più grave di quella che l'ha preceduta, culminata con l'eliminazione dal mondiale, l'addio di Tavecchio e l'avvento di Malagò commissario a Milano e il suo segretario Fabbricini in federcalcio.

Riepiloghiamo i fatti separati dalle opinioni: 1) i diritti tv per il prossimo triennio, gestiti in partenza dall'avvocato Nicoletti e in forma autonoma da qualche presidente di club, sono ancora in alto mare tra ricorsi vinti (da Sky) e contro-ricorsi di Mediapro; della fidejussione prevista nessuna traccia; 2) il progetto, ambizioso e virtuoso, delle seconde squadre è stato annunciato da Costacurta con debutto in Lega pro ma senza discuterlo con la serie B che è coinvolta; 3) la Lega di A ha trovato un presidente, finalmente, il banchiere Miccichè, ma non è riuscita ancora a scegliere il manager che deve guidare l'organizzazione; 4) il cartello composto dalle leghe dilettanti e serie C più assocalciatori e arbitri hanno candidato a sorpresa Giancarlo Abete per la presidenza federale, lasciando fuori dall'intesa la serie A e prendendo in contropiede Malagò che ha definito l'iniziativa «un atto ostile»; 5) Nicchi, capo degli arbitri, molto interessato a conservare il suo 2% in caso di voto (unico in Europa), s'è dimenticato di difendere l'arbitro Orsato insultato fin sotto casa dopo Inter-Juve e s'è svegliato solo ieri dopo le accuse pesantissime di De Laurentiis («mi hanno rubato 8 punti») chiedendo l'intervento della procura federale che nel frattempo si sta occupando, con solerzia, di quisquilie quali qualche pagamento in nero o contributi evasi in serie B; 6) Fabbricini e Costacurta hanno annunciato Roberto Mancini ct della Nazionale senza avere in mano il nulla-osta dello Zenit (sta trattando, per conto del tecnico, il suo legale di fiducia oltre che fidanzata) e aperto il club Italia agli arrivi di Pirlo e Ambrosini, compagnucci di Sky, non ancora passati dal supercorso di Coverciano.

Per completezza di informazione infine si è aperto un conflitto tutto interno alla serie A poiché la candidatura di Abete è osteggiata da alcune società (Juve in prima fila) mentre altre sono state chiamate a far parte del 75% necessario per chiedere e ottenere l'assemblea elettiva.

La conclusione, per ora, è la seguente: se nemmeno la doppia gestione commissariale è in grado di rimettere in riga il calcio italiano, bisognerà fare il tifo per un vero dittatore.

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