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Rabiot, mi manda la mamma... Ormai è un calcio che tiene famiglia

di Tony Damascelli

La Veronica di Rabiot non è affatto la finta resa famosa, tra gli altri, da Maradona e Zidane, la piroetta sul pallone prima con un piede e poi con l'altro, lasciando fesso l'avversario. No, la Veronica, anzi Véronique, di Rabiot è la madre sua, tosta e lesta, onnipresente più di un marcatore nostrano dei bei tempi. Sta attaccata al figlio, lo segue a prescindere come se fosse ancora un infante. Su Adrien, detto Il Duca ma per lei Il re di Francia per allure ed eleganza, ha caricato la voglia di vivere dopo la tragedia che le ha portato via il marito, colpito da una malattia feroce e inesorabile al corpo, lasciandogli soltanto il battito delle palpebre su ancora occhi vivi. E allora Véronique è madre e badante, genitrice e affarista, procuratore dei contratti di un ragazzo che ha bruciato la prima parte della sua carriera proprio per quell'ombra che è presenza fissa, invadente, invasiva. Quando l'aereo privato ha portato a Caselle il gruppetto francese, madame Rabiot-Provost ha intravisto dal finestrino la figura di un cameraman e allora si è infuriata come soltanto una donna madre e agente sa e può fare: «Che nessuno si muova o scenda, prima che quel tipo sparisca di scena». Una telefonata di Fabio Paratici ha chiarito la vicenda, il cameraman era sul posto per conto della Juventus, fine della tensione, tutti giù dalla scaletta. A Torino sono preparati sull'argomento: la moglie di Zidane aveva messo il becco sul contratto del marito, chiedendo il trasferimento in una città di mare, dunque Madrid, no? Poi, anche la brigata Amauri, madre e famiglia, si era fatta notare per il folklore in tribuna e a casa, diciamo così. La signora Bonucci si era appalesata con una serie di improbabili fotografie con pose e posture non proprio signorili, prima di rientrare dietro le quinte.

Tengono tutti famiglia e la onorano oltre il quarto comandamento. Infatti Antonio Conte si è portato appresso il fratello Gianluca come vice, supervisore, assistente, delegato a. Carlo Ancelotti, non gli è da meno, ha voluto un posto in staff per il proprio figlio Davide. Ci sarebbe anche il caso Icardi con Wanda al seguito e ancora quello di Gonzalo Higuain il cui fratello, Nicolas, una ne pensa e cento ne dice. Molti parenti, qualche serpente, ormai nel football si devono fare i conti non con un solo interlocutore ma con una parentela allargata, mogli, madri, figli, fratelli, la sacra famiglia che né Michelangelo, né Raffaello, né Caravaggio avrebbero mai immaginato.

Per fortuna dell'arte e nostra.

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