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Ray-Ban, Clarks e cashmere: curva della Lazio impone il dress code

Il volantino degli Irriducibili tifosi della Lazio per spiegare il dress code dei perfetto laziale: in curva solo con Ray-Ban e Clarks

Ray-Ban, Clarks e cashmere: curva della Lazio impone il dress code

"Quanto è bello esse laziali", cantavano (e cantano tutt'ora) gli ultras della Curva Nord di Roma. E non è solo questione di cuore, fede calcistica o tradizione familiare. Ma anche di vestiario. Già, perché per esse laziali non basta conoscere a memoria la formazione campione d'Italia del 1974 ("Chinaglia, Wilson, D'Amico, Re Cecconi...), ma anche presentarsi con un certo dress code. Almeno in curva.

Negli ultimi tempi i capi degli "Irriducibili", la storica formazione del tifo biancoceleste, deve aver notato un certo impoverimento nel codice distintivo di un laziale tipico. E così sono corsi ai ripari, realizzando una sorta di opuscolo per spiegare che nella Nord si entra solo coi Ray-Ban e il cappello in cashmere, altro che rasta, creste strane o occhiali di dubbio gusto.

"Lo stile esteriore è sempre stato lo specchio di ciò che rappresentiamo", scrivono gli ultras nel piccolo "manifesto" diffuso domenica in occasione della partita con il Milan e rivelato da Repubblica. L'eleganza del tifoso con l'aquila nel petto ha una sua importanza. "Nella nostra curva cominciano ad affacciarsi personaggi figli dei tempi e di un declino sempre più visibile della nostra società". Che orrore. Bisognerà pur distinguersi "dai capelloni di Bergamo e Brescia", dagli "zingari di Pescara" oppure dalla "colorita decadenza dei nostri cugini" (gli odiati romanisti).

Il laziale doc, non il tifoso occasionale (che nella lista dei nemici è secondo solo a chi tifa per la lupa), veste "casual", con "cappello di cachemire o cappello del gruppo" degli Irriducibili e se proprio non riesce a fare altrimenti può optare per un copricapo "da baseball con visiera curva" (che tenerla diritta è da sfigati). Per non sembrare dei coatti romanisti gli occhiali da sole di ordinanza sono esclusivamente Ray-Ban o Persol, i giubbotti stile "bomber", militari o casual. Ai piedi nessuno osi presentarsi con le Nike, solo New Balance o Clarks, e in casi sporadici le Adidas. Bocciati senza appello coloro i quali sfoggiano "occhiali enormi oro e argento, piumini con colori sgargianti, tuta o o pantaloni col cavallo basso". Da bandire anche i calzinidi di spugna, le scarpe stile carrarmato e ogni tipo di borchia.

Punto cruciale la sciarpa. Un giorno, avrò avuto 10 anni, volevano portarmi allo stadio in Curva Nord. Ero pronto a far roteare la mia sciarpa comprata in chissà quale occasione fuori dai cancelli dell'Olimpico. "Non ci provare, te ne regalo una io", mi disse l'amico di famiglia. E me ne affidò una con la scritta "Irriducibili" a caratteri cubitali. Perché l'aquilotto sfoggia solo sciarpe originali oppure, ça va sans dire, quella del gruppo degli ultras. Niente repliche, false imitazioni e pacchianate.

"Quelle lasciamole ai cuggini".

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