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Re Carlo e il blues di Sarri Napoli, il doppio primato

Ancelotti non stravolge la via del predecessore Che intanto centra il tris in Premier col Chelsea

Re Carlo e il blues di Sarri Napoli, il doppio primato

dal nostro inviato a Napoli

Il copione della prima stagionale al San Paolo è stato degno di uno sceneggiatore esperto. Rimonta da film, si direbbe, riferendosi al patron De Laurentiis, impegnato nella guerra a distanza con il sindaco di Napoli De Magistris (ieri altre accuse velenose lanciate con una pagina a pagamento su alcuni quotidiani).

Intanto la squadra viaggia già col vento in poppa e tiene il passo della Juve. La seconda rimonta con il Milan, dopo quella in casa della Lazio, è stata ancora più clamorosa nella sua evoluzione. «Sono qui per emozioni forti, fortissime come queste due che ho vissuto, cose che non ho provato nell'ultimo anno. Potevo immaginarle, ma Napoli è qualcosa di davvero unico...», così Ancelotti dopo il ribaltone nella sfida contro l'amico Gattuso. Il tecnico di Reggiolo ha di sicuro le spalle larghe di chi non deve mai fare i conti con la paura, quella vissuta per 50 minuti nei quali il Napoli si è trovato sotto di due reti.

Il paragone con Maurizio Sarri continua a essere un tormentone per Carletto. Specie ora che l'ex tecnico del Napoli ha iniziato alla grande l'esperienza in Premier: tre vittorie su tre con il Chelsea e ieri il successo (meritato nonostante il temporaneo pari dei padroni di casa) contro il Newcastle di un altro ex allenatore azzurro, Rafa Benitez. Ringraziato da Sarri alla vigilia della sfida per il lavoro ereditato proprio dal tecnico spagnolo alle pendici del Vesuvio.

La ricetta di Ancelotti nella nuova era dei partenopei è semplice ed una sorta di «rivoluzione gentile» rispetto al recente passato: non stravolgere un canovaccio che funziona, al massimo si ritocca e magari poi con il tempo arriverà a cambiarlo. Il tecnico ha iniziato sulla via indicata dal predecessore, ottimizzando con la sua grande esperienza il buon lavoro svolto negli ultimi anni, e facendo vedere qualcosa di nuovo. Una mutazione «genetica» a gara in corso (vedi in particolare l'ingresso decisivo di Mertens) che racconta quello che potrebbe essere il futuro tattico della squadra, non più legata solo all'integralismo del 4-3-3 e dotata di uomini e abbondanza offensiva per farne diventare l'assetto da combattimento tipo.

Ora il Napoli ha una gestione della gara meno frenetica, la pacatezza della squadra pure sotto di due reti è figlia della tranquillità del suo allenatore in panchina. Gli azzurri sanno anche controllare il gioco, non più fatto di un eccessivo possesso palla ma anche di verticalizzazioni che miglioreranno con il passare dei mesi. Insomma Ancelotti ha rilevato da Sarri un Napoli importante che ora cercherà di mandare al decollo per la definitiva consacrazione. E se il secondo ha meritato il Chelsea dopo anni di fantastica gavetta, Carletto è il signor Champions che ha scelto di tornare in Italia perché allettato dalla proposta di De Laurentiis.

Economica sì, ma anche tecnica, ovvero la completa disponibilità di poter proseguire sulla strada di un lavoro già impostato.

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