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Recalcati torna a Cantù per l'impresa salvezza

Oscar Eleni

Per amore, soltanto per amore. Del basket, della società che è stata la sua culla. Carlo Recalcati, l'allenatore più vincente in serie A (526 partite) torna in trincea alla soglia dei 72 anni cercando di salvare Cantù che a 10 giornate dalla fine è penultima in classifica dopo essersi mangiata due allenatori della scuola dell'Est.

Per il gatto con gli stivali nato a Milano in via Giusti, di fianco al Pavoniano dove ha cominciato a giocare per il suo mentore Taurisano, l'ennesima sfida e, conoscendolo, penserà che non sarà neppure l'ultima. Rimettere in piedi in così poco tempo una squadra sbagliata, così diversa da quelle che Cantù presentava ai tempi degli Allievi, ai suoi tempi, sarà un'impresa anche perché lunedì sera esordirà contro una Reggio Emilia che è in crisi e ha bisogno di tornare a vincere ora che è scivolata al quarto posto.

Se uno può riuscirci è sicuramente questo viaggiatore viaggiante che da giocatore per Cantù ha vinto 2 scudetti e 7 coppe internazionali, che da allenatore è già stato nella nobil casa dall'84 al '90 prima del grande viaggio nella gloria: lui ha dato lo scudetto a Siena (2004), Bologna sponda Fortitudo (2000), che non avevano mai vinto prima, e a Varese la stella del 1999. Con la Nazionale si è congedato vincendo l'argento olimpico del 2004 ad Atene dopo il bronzo europeo in Svezia l'anno prima. Dopo di lui il diluvio per Azzurra diventata sempre più tenera.

Se ne era andato soffrendo l'anno scorso dopo l'esonero alla Reyer Venezia che pure aveva portato ad altissimo livello. Sognava di chiudere a Milano dove non ha mai giocato pur essendo nato nel regno dell'Olimpia di Rubini. Ci ha pensato qualche giorno, giustamente ha chiesto un contratto anche per l'anno prossimo, sa di non trovare giocatori di grande qualità, ma, soprattutto, sa che queste compagnie di ventura in un mondo dove la crisi dei soldi è pari a quella di molti vivai, non hanno niente che ricorda la grande scuola del Cantuki, con un proprietario, il padrone dell'acciaio di Ottobre Rosso, fra Russia ed Ucraina, che deve stare lontano nella speranza che la moglie riporti almeno la pace nel gruppo.

Una strada tutta in salita dove chi ha molto da perdere è questo cavaliere del nostro basket che non ha resistito al richiamo della casa madre, anche se non conosce più nessuno e nessuno si riconosce.

Gli auguriamo buona fortuna sperando che a settembre, quando compirà 72 anni, sia ancora in serie A con Cantù braccata da Cremona e Varese, in lotta spalla a spalla con Pesaro, un inferno per chi, dopo tanti scudetti, ora vive nel limbo cercando una salvezza.

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