Sport

Reds-Spurs, è la coppa dei ribaltoni

Liverpool e Tottenham in finale: prove di superlega con giocatori di 15 paesi. Italia esclusa

Reds-Spurs, è la coppa dei ribaltoni

L'idea della superleague è già realizzata. Non c'entra Andrea Agnelli, non c'entra l'oppositore Cairo. C'entrano gli inglesi, nel senso delle squadre che hanno ribaltato previsioni e pronostici di giornata, arrivando alla fase finale delle due coppe europee. Una Premier League Uefa, dunque, una presenza forte in Europa dell'Inghilterra che dall'Europa, quella della politica e dell'economia, chiede di uscire. Non certo per il football e per i risultati ottenuti da Liverpool, Tottenham, Chelsea e Arsenal.

Ovviamente quando si parla di calcio inglese non significa per questo che sia made in England perchè i quattro allenatori dei club succitati sono un tedesco (Klopp), un argentino (Pochettino), un italiano (Sarri) e uno spagnolo (Emery). E' curioso che a restare fuori dal giro sia quello che è considerato il numero uno della tribù, al secolo Pep Guardiola, primo in classifica nella Premier, tra l'altro eliminato dal Tottenham per un gol annullato dal Var all'ultimo secondo dei quarti di finale.

A conferma del dato statistico relativo agli allenatori, le due prossime finaliste di Champions hanno schierato, complessivamente, nella semifinale di ritorno, soltanto 8 calciatori inglesi sui 28 utilizzati. I cosiddetti eroi dell'impero di sua maestà la regina Elisabetta sono, all'anagrafe: Kieran Trippier, Danny Rose, Dele Alli per il Tottenham e Alexander Arnold, John Henderson, James Milner, Joseph Gomez e Daniel Sturridge per il Liverpool. Gli altri venti sono in rappresentanza di 14 Paesi, tra Europa, Asia e Africa, 3 brasiliani, 3 belgi, 2 francesi, 2 olandesi, mentre Kenia, Senegal, Sud Corea, Spagna, Germania, Svizzera, Galles, Scozia, Argentina, Danimarca hanno avuto un calciatore in campo. L'Italia, e avrà pure un perché, è la sola assente tra le nazioni di storia calcistica.

Nessuno può contestare che la Premier League sia il torneo più avvicente e attraente del mondo, per importanza economica e tradizione, pur non avendo i migliori rappresentanti del football continentale, come Messi, Cristiano Ronaldo, Mbappé, Modric, con Salah assente per infortunio e classificatosi al sesto posto nell'ultima classifica del Pallone d'Oro, primo esponente della Premier League. Ma le coppe hanno un fascino diverso e sembrano ritornare all'albo antico che vide proprio i club britannici imporsi, stabilendo un record per il momento imbattuto, sei vittorie consecutive di squadre inglesi, dal 1976 al 1982, la coppa distribuita tra Liverpool, Nottingham Forest e Aston Villa. Ma allora era un football davvero costruito e insegnato dai docenti della scuola inglese. Oggi, con l'apertura del mercato, soprattutto quello degli allenatori, la filosofia è cambiata, all'impeto agonistico si sono aggiunte la grande qualità tecnica e una attenzione tattica che sono andate a completare la base sportiva del Paese.

Non è il caso di provare a imitarli, non c'è soltanto il canale della Manica a dividere l'isola dal resto del continente. C'è un modo diverso di intendere il football, la partita, il tifo. Mercoledì sera Rio Ferdinand, ex bandiera del Manchester United, opinionista BBC, al gol finale di Lucas Moura, ha esultato, davanti alle telecamere, come un ultra invasato del Tottenham. In Italia non sarebbe e non sarà mai possibile.

Ci dobbiamo tenere gli Adani nostri.

Commenti