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Riecco i miracoli di Buffon. E la Juve in dieci fa Cuadrado

I bianconeri passano a Lione nonostante il rosso a Lemina. Gigi para un rigore poi decide il colombiano

Riecco i miracoli di Buffon. E la Juve in dieci fa Cuadrado

La notte di Lione, è soprattutto quella di un leone indomabile e praticamente immortale. Gianluigi Buffon è l'eroe in una partita che ha rischiato di compromettere la Champions League della Juventus. Un rigore parato, almeno tre interventi da fenomeno, uno strepitoso su un tiro deviato da Bonucci e un altro su un colpo di testa ravvicinato. Così ha tenuto in vita la Signora ridotta in dieci dall'espulsione di Lemina a inizio del secondo tempo. E adesso si parlerà dell'ennesima resurrezione di un portiere dato per finito troppe volte. E lui aveva avvisato tutti proprio alla vigilia della partita. «È bello quando ti fanno il funerale e poi li smentisci. Io vivo per questo, per ricacciare in bocca le parole avventate», aveva detto alla vigilia. Le critiche lo avevano caricato a tal punto da confezionare una partita mostruosa. L'orgoglio di un campione in campo e poi a parole: «So essere autocritico, non ho bisogno che qualche spocchioso manchi di rispetto a una persona e a una carriera. Tra le tante stupidate che ho sentito ne accetto una: da Buffon si pretende di più».

E fa niente che poi negli annali questo successo porterà la firma di Cuadrado il cui gol nel momento di massima difficoltà se vale tre punti pesantissimi è solo merito delle parate di un fenomeno tornato Superman dopo un paio di partite da semplice Clark Kent. Solo un supereroe può avere la capacità di mascherare tutti i difetti della Juventus di coppa. Su questo dovrà riflettere e molto anche Massimiliano Allegri il cui merito è quello di aver azzeccato il cambio inserendo Cuadrado per uno spento Dybala. Il colombiano, che proprio l'allenatore aveva voluto riportare a tutti i costi a Torino, si conferma il classico cambio che entra e spacca le partite con la sua velocità e le sue scelte irrazionali. Come la sassata che scaglia da posizione defilata in rete. Così il Lione dopo aver ripetutamente sbattuto contro Buffon è crollato. Se Buffon è l'eroe, Cuadrado è il braccio armato di una Signora che dovrà per forza cambiare volto. Perché va bene come dice Allegri che conta vincere, e a Lione era l'unica cosa da fare, ma non si può continuare a collezionare prestazioni opache senza convincere. Una squadra a cui sembra mancare anche brillantezza nelle gambe per smettere di soffrire contro squadre come il Lione che finora hanno faticato sia in campionato che in coppa.

E così rispetto al passato recente in coppa è una Juve migliore solo nell'atteggiamento quella che si presenta per la terza stagione in Europa sotto la guida Allegri. Se non altro negli interpreti con due esterni portati soprattutto ad offendere come Dani Alves e Alex Sandro. Solo predominio del campo anche perché Pjanic che torna da ex nello stadio dove ha studiato da vicino le punizioni di Juninho fa la comparsa. Per il resto tanti errori tecnici con Lemina che non fa meglio di Hernanes davanti alla difesa. Anzi, addirittura si fa espellere dopo dieci minuti della ripresa per il secondo giallo della serata. Lemina è la prima scelta sbagliata di Allegri (anche la difesa a tre non convince) che si ritrova tradito anche da un Dani Alves in versione superficiale. Pure Dybala, al quale viene riservato un trattamento speciale, non è nella versione migliore. E infine ci si mette Bonucci nel commettere il più plateale dei rigori, per una volta anche Leo non è all'altezza della sua fama. Troppi singoli sottotono per stare sul palcoscenico europeo. Detto questo la Juve nel primo tempo aveva anche avuto le sue occasioni, una con Bonucci il cui tiro era stato ribattuto da Khedira, mentre la girata di testa di Higuain aveva esaltato i rfilessi di Lopes. Detto del rigore parato da Buffon a Lacazette, poi la sofferenza della ripresa con la Juve che fa meglio in dieci e vince con la stoccata di Cuadrado. Mossa indovinata da Allegri, ma l'allenatore deve fare un monumento a Buffon che ha coperto anche i suoi errori. Si torna da Lione con il primato del girone, il supereroe ritrovato e poco altro.

Per ora, ma non per molto, può bastare così in Champions.

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