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Rigore e insulti, torna il gelo tra la Signora e il Diavolo

Rapporti interrotti tra i due club. E i tifosi rossoneri contro Pirlo. Closing, 20-21 aprile

Rigore e insulti, torna il gelo tra la Signora e il Diavolo

La quiete prima della tempesta. Tempesta mediatica prevista per oggi giorno calcistico santificato al bollettino del giudice sportivo quando conosceremo le squalifiche scontate (Romagnoli e Sosa) e quella temuta per Bacca, autore del blitz sul prato di Torino dopo la sostituzione, per insultare Doveri (l'arbitro di Bologna-Milan, lasciò i rossoneri in 9), l'addizionale cui si deve il rigore della guerra nuovamente dichiarata tra Juve e Milan. Non è la prima volta che per vicende legate ai fischi arbitrali, i dirigenti dei due club più titolati sono andati ai materassi. Persino ai tempi della santa alleanza tra Giraudo e Galliani si consumò la rottura diplomatica in occasione di una chiacchieratissima edizione di Juve-Milan (4 dicembre 2005 la data) arbitrata da Bertini e poi finita nei faldoni di calciopoli. Allora ci furono due rigori reclamati dai rossoneri (trattenute in area di Crespo e di Kaladze) più Kakà fermato (mancata norma del vantaggio) in un contropiede tre contro due. Da venerdì notte i rapporti, frequenti e scanditi da antica amicizia e reciproca stima, tra Galliani e Marotta sono inesistenti: i telefonini sono rimasti muti.

Al ritorno dalla turbolenta notte torinese, su indicazione del legale della società Leandro Cantamessa, il vice Berlusconi ha decretato il silenzio in casa Milan ma oggi, in occasione della visita a uno sponsor (lo store della Diesel di Renzo Rosso), è fissata la prima uscita pubblica: seguirà di qualche ora la pubblicazione del giudice sportivo e diventerà inevitabile rispondere alle domande dei cronisti. Sulla base della recente esperienza interista (pallonata di Icardi verso Rizzoli), Bacca può rischiare un castigo tra 2 e 3 giornate che significherebbe per il colombiano saltare Genoa, Pescara e Palermo e rientrare in pista col derby pasquale. Non è finita qui. Perché anche sulla materia scomoda (per l'immagine del club di via Aldo Rossi) dei danni inferti alle insegne e la scritta offensiva sui muri dello spogliatoio riservato agli ospiti, c'è già chi ha suggerito di invocare l'infrazione al codice di disciplina sportiva per l'esposizione di due scudetti revocati dalla federcalcio. Quasi inevitabile anche l'intervento del Codacons con l'esposto riferito alle dichiarazioni non veritiere rese dall'arbitro Massa a Montella sulla paternità della decisione finale. Nel tritacarne dei social è pure finito Andrea Pirlo, già milanista, poi juventino e adesso emigrato negli Usa, colpevole di aver espresso un giudizio favorevole alla Juve («la palla è stata toccata con la mano») sull'episodio: apriti cielo. I tifosi rossoneri lo hanno accusato di alto tradimento e chiesto al sito ufficiale del club di cancellarlo dalla galleria d'onore.

La guerra Juve-Milan ha messo la sordina agli eventi del closing.

Secondo gli ultimi aggiornamenti tra domani e giovedì, più giovedì che domani, dovrebbero arrivare, in perfetta sincronia, il versamento della terza caparra sul conto Fininvest e la firma del nuovo contratto con la data del closing prevista tra il 20 e il 21 aprile.

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