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«A ritmo di Polska» per scoprire se Italia-Polonia 1974 fu combine

L'epoca d'oro del calcio polacco e il discusso match con gli azzurri

Alec Cordolcini

Prefazione di Zbignew Boniek, intervista esclusiva a Grzegorz Lato. Per scomodare due leggende del calcio polacco l'occasione deve essere importante. Lo ha fatto il giornalista friulano Alberto Bertolotto con «A ritmo di Polska», libro dedicato all'età più fulgida del calcio polacco, ovvero il periodo compreso tra l'oro olimpico di Berlino 1972 e il terzo posto al Mondiale 1974. Un'opera anche attuale per approfondire le radici di una nazionale tornata in grande spolvero, che mai come oggi sembra avere i mezzi per avvicinarsi all'exploit del '74. Torneo nel quale si scontrò anche con l'Italia, sconfitta 2-1 nell'ultima partita del girone ed eliminata, con l'inutile gol di Capello a cinque minuti dalla fine dopo che i polacchi avevano già dominato e segnato con Szarmach e Deyna, due dei grandi protagonisti di quella squadra.

Un match sul quale si è sempre discusso molto in merito a un presunto tentativo di combine degli Azzurri (a cui serviva il pareggio per rimanere nel Mondiale). Bertolotto ricostruisce teorie e testimonianze in un apposito capitolo dove sfilano colpevolisti (come Zmuda, secondo il quale «nell'intervallo Italo Allodi ci fece vedere una valigetta piena di dollari»), e innocentisti (il ct Gorgon non vide «nulla di tutto quanto si è detto»).

Senza dimenticare la ricostruzione che vede nel cronista polacco Dutkowski la figura più impegnata nel tentare l'accordo con gli italiani, con tanto di indicazioni sui giocatori da tenere fuori perché «poco addomesticabili» (Anastasi e Chinaglia per l'Italia, Szarmach per la Polonia). Infine l'Argentina, qualificatasi a scapito dell'Italia, che avrebbe pagato 18mila dollari i polacchi per battere gli azzurri. Ma quei soldi se li intascò il solo Gadocha.

Vero o meno, molti suoi compagni non gliel'hanno mai perdonata.

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