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La rivolta degli ultimi colpisce anche la Juve

Cesena, serata da grande: ferma i bianconeri sul 2-2 Vidal sbaglia un rigore. Allora le cenerentole servono?

La rivolta degli ultimi colpisce anche la Juve

Il sogno del Cesena era durato una trentina di minuti poi la legge del più forte sembrava calata sul sintetico del Manuzzi e il campionato aveva recuperato una sua credibilità. Sono tempi duri per lui, c'è in giro un mucchio di gente che spara ad alzo zero e il gol di Djuric aveva fatto vacillare il potere bianconero, una delle poche certezze in circolazione. Tranquilli, il colpo di testa di Morata aveva confermato che la Juventus c'era ancora e forse era addirittura uscita da una certa pochezza che l'aveva caratterizzata nel gioco più che nei risultati.

Però fino a quel punto, e cioè a un terzo di partita, il Cesena aveva strameritato, maglie strettissime dietro, pronto a sfruttare le sbadataggini degli juventini che non erano state poche. All'8' passaggio in orizzontale di Pogba nella sua metà campo e Defrel si era presentato davanti a Buffon che si era rifugiato in angolo. Due minuti dopo un retropassaggio di Pirlo aveva trovato impreparato Bonucci che s'incarta, ancora Defrel, ancora Buffon che salva.

La gente di Cesena quasi non credeva ai propri occhi, e giù gli applausi. In fondo non era successo niente di entusiasmante ma poteva anche venir fuori la notte magica, c'era tanta roba che poteva farla girare bene. E poi un Cesena più pericoloso di Lotito non se lo aspettavano neppure loro: «Esternazioni gravi fatte da un presidente federale». Marotta nei minuti precedenti era rimasto a distanza ma il termometro sui rapporti nel Palazzo era chiaramente rovente («Deve intervenire il governo», la richiesta dell'ad bianconero). Poi le assenze di Tevez e Chiellini e una Juventus che poteva sentirsi al riparo dopo lo scherzo del Parma che aveva fermato la Roma all'Olimpico e consentiva, nella peggiore delle ipotesi di mantenere il distacco. Dall'altra parte una squadra stramotivata e con l'acqua alla gola, bassifondi della serie A. Prima di questa 23esima era a -6 dalla quart'ultima Chievo che però nel tardo pomeriggio aveva fatto fuori la Sampdoria complicandogli terribilmente la salvezza e la costringeva a una partita oltre le sue modeste potenzialità. Insomma quei 38 punti di differenza in classifica che non erano certo occasionali, sembravano addirittura azzerati e la rete di Djuric era quasi li a dimostrarlo.

Poi il gol di Morata ha ricordato quali fossero i reali valori e anche come il Cesena riesca da 22 giornate consecutive a prendere gol. E ancora da fallo laterale e dormita della difesa, Morata aveva prolungato di testa con Marchisio lesto a metterla, 1-2. E a quel punto, chi ci credeva più?

Di Carlo li rimanda in campo dopo un intervallo infuocato, ecco chi ci continua a credere, Defrel e Djuric fanno il resto, lui finirà negli spogliatoi prima degli altri. Succede che la Juventus sembra giocarla per far trascorrere i minuti, il Cesena avanza, Pogba, Marchisio e Vidal arretrano. Djuric, partita da incorniciare, prima costringe Bonucci al giallo, poi a venti dalla fine fa sponda per Brienza che in area sfodera un gran sinistro che fa secco Buffon per il 2-2. E poi continua, la Juve mette fuori il naso ma è ancora il Cesena a farsi sotto, Allegri richiama Pogba, Bonucci svirgola ancora, sembra un sogno poi Lucchini in area tira la maglia a Llorente che riesce comunque a colpire, palla che finisce sulla mano del difensore, è rigore, assurdo ma stragiusto.

Di Carlo impazzisce dal dolore, s'infila la giacca nervosissimo e scuote la testa, parla troppo, Russo se ne accorge e lo invita a lasciare il campo, non fa a tempo a sedersi in tribuna che Vidal, a porta spalancata, calcia fuori il penalty, tutto come prima, anche il campionato.

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