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Roma, battere il Bate per evitare il terremoto

Ma non più di 30mila persone all'Olimpico, sarebbero i primi ottavi di finale per Garcia

Roma, battere il Bate per evitare il terremoto

Roma Una ventina di milioni in cassa, pronti per essere utilizzati nel mercato di gennaio mai come quest'anno di «riparazione»; il passaggio agli ottavi di Champions, traguardo mai conquistato da Garcia (anche al Lille) e dalla proprietà americana; un avvicinamento più sereno alla delicata sfida di campionato con il Napoli.Sono i tre motivi principali per i quali la Roma non potrà fallire l'appuntamento di stasera con il Bate Borisov, abituato a un clima più rigido e da giorni nella Capitale per preparare la gara.

«Una sfida che è come un derby, non si gioca, si vince», il grido di battaglia dell'allenatore. Potrebbe bastare un pareggio se il Barcellona, già primo e qualificato, farà il suo dovere e non perderà in casa del Leverkusen: in questo caso i giallorossi otterrebbero il pass con soli 6 punti e almeno 16 gol al passivo, un risultato più unico che raro guardando alla storia della competizione continentale.

Nei giorni di vigilia dopo la nuova delusione di Torino, a Trigoria si è fatto quadrato intorno all'allenatore, quasi a sposare quel clima ecumenico da Giubileo che si respira nella Capitale (James Pallotta era presente ieri in San Pietro per l'apertura della Porta Santa). «Se affonda Garcia, affondiamo tutti», si è affrettato a precisare il ds Sabatini, che in realtà sta già lavorando al mercato prossimo futuro - dopo l'input ricevuto dal patron (primo passo la cessione di Ashley Cole al New York City di Pirlo) - e a un sostituto del francese (il cambio in panchina non prima di giugno sempre che la situazione non precipiti con l'eliminazione europea e un tracollo in campionato).

Lo stesso Pallotta ha ribadito la fiducia all'allenatore in una cena lontano da occhi indiscreti e ieri a Trigoria ha spronato la squadra subito dopo aver lanciato in rete il nuovo sito ufficiale del club. Chiaro l'intento di non appesantire la già delicata marcia di avvicinamento alla sfida da dentro o fuori.«È la grande partita», così il patron americano che, giunto sabato scorso a Roma, ha trovato un ambiente ostile. I tifosi sono sempre più lontani dalla squadra - stasera all'Olimpico si arriverà difficilmente a 30.000 spettatori, primo grande flop di pubblico in una serata europea - con la Sud che provocatoriamente affollerà oggi pomeriggio le tribunette di Trigoria per l'impegno della Primavera giallorossa in Youth League.

Il progetto stadio è ancora impantanato - oggi forse un incontro con il commissario della Capitale Tronca ma prima delle nuove elezioni per il sindaco difficile pensare a passi avanti significativi - e il rapporto con il prefetto Gabrielli per la storia delle curve divise diventa teso (con incontri annunciati dal club e negati dall'interessato).È la serata giusta per l'inversione di tendenza: la squadra sta peggiorando di settimana in settimana ma l'allenatore non è l'unico responsabile, visto che la rosa non ha la qualità annunciata e si regge sulle giocate del singolo.

Garcia sprizza ottimismo e non può essere altrimenti: «La società ha dimostrato unità in questo momento in cui tutto gira a nostro sfavore, dobbiamo uscire da questo momento». Edin Dzeko, che non realizza un gol su azione dal 30 agosto, fa autocritica: «Se non segno, è colpa mia». Ad aiutarlo stasera ci sarà il recuperato Salah, mentre Gervinho - pure convocato - dovrebbe essere titolare a Napoli.

Prima però c'è da pensare a salvare l'Europa.

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