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È Roma cuore e rabbia Inter rimontata due volte Il pari è uno show inutile

Keita-Icardi ripresi da Under e Kolarov (rigore) E ne manca uno su Zaniolo. Totti: «Vergogna»

È Roma cuore e rabbia Inter rimontata due volte Il pari è uno show inutile

Roma Rischiava di essere un'altra notte amara in casa Roma dopo quella di Champions. Certo, alla truppa di Di Francesco serviva una vittoria per rimettere la testa nel gruppo di vertice, ora che Milano si è temporaneamente preso i posti per la prossima Champions, ricacciando indietro in classifica le squadre della Capitale. Ma in una serata poco fortunata, per gli episodi e anche per qualche decisione di Rocchi sbagliata, è già grassa che sia arrivato un pari, per altro con un penalty apparso netto a occhio nudo ma che solo il Var di Fabbri ha decretato. Ma la Roma non ci sta. Dall'America il messaggio di Pallotta è furioso: «È stata una farsa, il rigore non dato una disgrazia». Mentre nella pancia dell'Olimpico è Francesco Totti a esprimere tutta la rabbia giallorossa: «È una vergogna, cosa ci stanno a fare al Var. Lo abbiamo visto tutti anche sullo schermo più piccolo». Dall'altra parte l'Inter festeggia il punticino, conquistato senza fare grandi cose ma con due gol trovati sulle uniche fiammate di una gara giocata un po' in attesa e molto in balia di un avversario rimaneggiato ma affamato.

Keita celebra il suo piccolo derby (come lo aveva definito in settimana) con la terza rete personale alla Roma dopo quelle segnate ai tempi della Lazio (e a Spalletti, alle ultime partite sulla panchina giallorossa) nella stracittadina di 19 mesi fa. Maurito Icardi offre il suo marchio di fabbrica, ovvero il settimo gol di testa degli otto segnati in questo campionato. L'Inter è tutta qui e il punto che le permette di affiancare il Napoli per una notte, in attesa della sfida dei partenopei a Bergamo, può essere salutato con favore. Avrebbe meritato di più una Roma ai minimi termini, con una linea offensiva baby, fatta eccezione per il jolly Florenzi stavolta sistemato a sinistra nella linea dei trequartisti, nella quale tra Schick, Under e Zaniolo non si arriva a 63 anni complessivi. Ci mette cuore e carattere la squadra di Di Francesco, tanto da sfidare la sfortuna (un palo colpito da Florenzi, un rigore apparso evidente negato a Zaniolo) e recuperare due volte lo svantaggio: il gol di Under - specialista nei tiri da fuori (cinque dei suoi nove gol in A arrivano da lì) è una frustata che sorprende Handanovic, il rigore di Kolarov è preciso al millimetro. Insomma, per lunghi tratti della gara, è parso di rivedere la gara della passata stagione: la Roma è specialista di legni colpiti (otto in questo campionato, peggio solo la Juventus con nove che però ha i mezzi tecnici per sopperire alla sfortuna) e con l'Inter paga sempre dazio per un penalty non concesso.

Luciano Spalletti, che chiuderà anzitempo la partita per aver protestato vivacemente su una decisione di Rocchi (beccandosi i fischi dell'Olimpico) avrebbe voluto continuare la tradizione che lo ha visto sempre vincente all'Olimpico, ma la sua squadra ha offerto poco spettacolo e solo qualche guizzo. Troppo poco per pensare di scamparla e portarsi a casa l'intera posta in palio, come era accaduto altre volte in stagione. E magari far saltare Di Francesco dalla panchina della Roma che aveva raccolto proprio dall'allenatore di Certaldo. Almeno fino a quando regge il fiato, la squadra di casa tenta di creare occasioni. Il tecnico interista lascia invece fuori all'inizio (un po' a sorpresa) Politano, il ragazzo cresciuto a Trigoria ma mai approdato alla prima squadra giallorossa, mettendolo in campo prima del botta e risposta Icardi-Kolarov. Alla fine il 2-2 sta stretto ai giallorossi, tra i quali si rivedono Perotti (assente da settembre) e Pastore. L'infermeria si sta svuotando, anche se la posizione di classifica resta anonima. All'Inter resta il rammarico di aver sprecato due volte il vantaggio, ma vista la serata poteva anche andare peggio.

La Juve è ora a +11 e la sfida diretta dell'Allianz Stadium di venerdì prossimo perde un po' di valore.

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