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Roma e Inter, due imbucate per lo scudetto

Alla ribalta dopo una stagione fallimentare. E sabato appuntamento a San Siro

Roma e Inter, due imbucate per lo scudetto

Appiano Gentile - Sono le due facce del made in Italy che perde pezzi, ma non è detto sia un male. L'anno scorso la Roma sesta con 12 perse e 56 reti subite, l'Inter peggio, nona con 16 sconfitte e 57 reti incassate, come il Siena, peggio solo il Pescara. Fuori dall'Europa anche di serie B, bruciati due allenatori fatti in casa, nonostante Aurelio Andreazzoli sia rimasto. Collabora, dà una mano allo staff di Rudi Garcia negli allenamenti sulla fase difensiva e sui calci piazzati, distribuisce le pettorine. Tutto qui. Andrea Stramaccioni è lì che aspetta, non gufa ma aspetta, se Liverani ci lasciava le penne nel derby lui era pronto. Troppo difficile rientrare nei ranghi dopo essere stato la prima firma sui poster della scorsa stagione. Ma forse Moratti neppure gliel'ha proposto.
Adesso sono arrivate due scope nuove che stanno andando alla grande e i primi a stupirsene sono proprio loro, Rudi Garcia e Walter Mazzarri. Hanno preso la squadra dello scorso anno e neanche l'hanno ribaltata, primo e secondo. Anzi a Rudi Garcia qualche pezzo gliel'hanno staccato, le cessioni di Lamela, Osvaldo e Marquinhos sono un alibi di ferro per qualunque partenza sgangherata, e gli acquisti di Ljajic, Gervinho, De Sanctis, Strootman, Maicon, Benatia e Borriello non avevano entusiasmato, tanti senza appeal. Mazzarri poi è praticamente lì con la squadra della scorsa stagione, c'è il francoalgerino Taider al posto di Gargano e Campagnaro per Samuel, cambi alla pari, con tutto il rispetto per Walter Samuel.
Adesso Roma e Inter sono le imbucate nella stanza che conta, non solo due fastidi per Juventus e Napoli. Non hanno coppe infrasettimanali grazie allo strazio scorso, hanno fatto un mercato morigerato e di conseguenza cambiato poco o niente. Gira la voce che la prima qualità di Rudi e WM sia la loro abilità a rigenerare i corpi morti, due mental coach involontari e straordinariamente efficaci. Garcia, studiato per mesi da Walter Sabatini, ha dato nuovamente un'identità a Pjanic e Balzaretti, con Maicon si parla apertamente di miracolo, De Rossi adesso ragiona da romanista, Totti centellinato come l'acqua santa. Delle rinascite di Alvarez e Jonathan, attendendo quella di Fredy Guarin, ci si è già stupiti a sfinimento. In realtà adesso scendono in campo due squadre, ciò che l'anno scorso non erano.
Oggi la Roma riceve il Bologna di Pioli che l'anno scorso all'Olimpico vinse in rimonta per 2-3 sotto la gestione Zeman. Adesso si trova davanti una squadra di carattere e personalità, anche se tolto il derby, Livorno, Verona, Parma e Samp non sono state gare da paura. L'Inter ha messo lì due gemme, fermata la Juve, battuta la Fiorentina in rimonta. Mazzarri si è lamentato per le sole 72 ore di riposo e ha ragione, ma non è vero che si è scagliato con furia contro chi progetta i calendari, sa che non sarà un alibi, ma Palacio e Guarin devono tirare il fiato.

La prossima è a San Siro: Inter-Roma.

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