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Roma, via Di Francesco. E oggi ritorna Ranieri

Pallotta se la prende col Var ma silura il tecnico Totti avrà un ruolo più vicino all'allenatore

Roma, via Di Francesco. E oggi ritorna Ranieri

Roma Quel silenzio nel quale si era chiuso subito dopo il match di Oporto e quell'immagine di lui seduto da solo nel pullman della squadra erano segnali forti. Eusebio Di Francesco sapeva già di andare incontro al suo destino, ovvero all'esonero dopo 21 mesi trascorsi sulla panchina della Roma. È il 9° allenatore saltato a Roma negli ultimi nove anni e mezzo. Dopo aver diretto l'ultimo allenamento, ha salutato la squadra e i dipendenti di Trigoria e svuotato l'armadietto che da stamani sarà occupato dal suo successore Claudio Ranieri. Un uomo per tutte le stagioni, un vecchio romanista cui fare appelli del cuore e che conosce bene l'ambiente di Trigoria. Un ritorno per il tecnico testaccino otto anni dopo la prima esperienza (da settembre 2009, al posto di Spalletti, a febbraio 2011, sostituito da Montella) nel quale sfiorò anche lo scudetto: al suo fianco avrebbe Francesco Totti, nel ruolo di dirigente accanto alla squadra, e De Rossi. Il capitano, ma anche l'uomo simbolo, che a Oporto ha preso sulle spalle la squadra in campo e fuori. Saranno loro a guidare la Roma nella corsa al quarto posto (anche se il 16 giallorosso con lo stiramento al polpaccio si rivedrà solo tra un mese), mettendo in campo, ancora prima che gioco e moduli, quel carattere che troppo spesso in questa stagione è mancato.

Il day after di Oporto è all'insegna della schizofrenia, cosa non nuova dalle parti di Trigoria dove il passaggio di ieri ha dato il via alla nuova rivoluzione. Pallotta dagli Usa, pochi minuti dopo il fischio finale, aveva tuonato contro l'arbitro Çakir: «Roma derubata, Schick è stato atterrato in area, il Var lo dimostra, e non viene fatto niente. Sono stufo di questa merda, mi arrendo». Quel «I give up» poi edulcorato in un «Non ho più parole». Si attacca il direttore di gara, ma si esonera - come previsto in caso di eliminazione dalla Champions - il tecnico. Ormai, per usare le amare parole di Di Francesco alla vigilia di Porto-Roma, «sopportato» e non «supportato». A Trigoria, con la squadra in campo per una seduta defatigante e un allenatore già out, in un vertice tra il vicepresidente Baldissoni, il Ceo Fienga, il ds Monchi - ormai in minoranza -, Francesco Totti (mai così coinvolto da quando ha smesso di giocare) e il consulente Franco Baldini, collegato da Londra, viene deciso l'immediato futuro.

Legato al nome di Ranieri, dopo che Paulo Sousa si era accasato al Bordeaux per tre stagioni e Roberto Donadoni dagli Usa aveva smentito qualsiasi contatto («onorato, ma non farei da traghettatore»). Ranieri, da poco esonerato dal Fulham, oggi è rientrato da Londra mentre il suo legale Mattia Grassani sistemava gli ultimi dettagli del contratto di tre mesi senza garanzie. Il tecnico, che porterà 3 uomini del suo staff e guiderà l'allenamento del pomeriggio, ha detto sì al club non ponendo condizioni particolari.

Il day after è stato anche segnato da un po' di tensione. Come quella che si è registrata allo scalo di Oporto dove il ds Monchi è stato pesantemente contestato da alcuni tifosi al seguito della squadra. «Te ne devi andare, hai distrutto la Roma». Immediata la replica: «Siete bravi, siete bravi. In sei mesi vi vengo a prendere uno a uno». L'intervento di Totti ha placato gli animi, nel pomeriggio poi le scuse del dirigente.

Che comunque seguirà il consiglio dei tifosi, forse già la prossima settimana o alla fine del mese, direzione Arsenal.

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